Dall’astensione alle politiche europee (e viceversa). La riflessione di Paolo Della Ventura

Dall’astensione alle politiche europee (e viceversa). La riflessione di Paolo Della Ventura
26 Giu 2024

Da Paolo Della Ventura, candidato alle ultime Elezioni europee con la lista Pace Terra Dignità, riceviamo e pubblichiamo l’intervento che segue.

Da alcune indiscrezioni, Ursula von der Leyen che avrà ormai quasi certamente il bis, si rivolgerà direttamente a Meloni per avere anche i suoi voti (cioè dei 24 eurodeputati di FdI) quando ci sarà il voto al Parlamento Europeo. Ma si rivolgerà e tratterà, pare, direttamente lei come Presidente in pectore e non a Meloni come presidente dei conservatori di ECR (che non sarà nella maggioranza, che sarà la medesima di quella uscente), bensì come capo del governo italiano.

Ora, se così fosse ed è del tutto verosimile, sorgerebbero e sorgono alcuni interrogativi, politici e di sgrammaticatura -direbbe qualcuno- istituzionale (ma si legge: ognuno fa quello che gli pare).
Intanto, come si porrebbero e pongano il gruppo dei socialisti di S&D in generale e degli italiani (in particolare del Pd) con un supporto alla “propria” presidente di Commissione da parte di FdI, che in Italia governa e che avversano e con la quale si accapigliano tutti i giorni. Inoltre, già si sa, dalle trattative, che la maggioranza sarà la stessa ma guardando parecchio a destra, soprattutto come politiche. Che è la cosa peggiore. Quindi, che pensano di fare in queste condizioni? Perché a questo punto, non hanno deciso di compattarsi con sinistra, verdi (i quali, peraltro, già si erano offerti di supportare  UvdL, nonostante le martellate da 12 mesi sul Green Deal, ma questo è un altro discorso) ed eventualmente nuovi non iscritti, facendo chiarezza su chi appoggia chi e quale governo europeo sarà. Sono davvero disposti ad appoggiare politiche di destra (e lo stanno dicendo tutti nella maggioranza della prossima maggioranza -europea ed italiana- si sa già oggi che sarà così), come già noto sarebbe avvenuto da prima delle elezioni e avverrà, e di ricoprire un ruolo che sarà marginale, alle condizioni attuali, pur di stare a galla?
Inoltre, come può una presidente di Commissione europea (von der Leyen, seppure in pectore) trattare in proprio con un capo di governo (Meloni), che però è anche leader politico del principale partito di quello Stato Membro? E -soprattutto- come può quel capo partito trattare per i suoi voti, o meglio dei suoi deputati, in veste di capo del governo, cioè rappresentante di tutti?
Ecco, questo è il quadro. Italiano ed europeo. Sempre più becero, sgrammaticato, cialtrone.
In cui, spiace dirlo, pesa non solo chi va a votare chi come proprio rappresentante (nei territori, a livello nazionale e a quello europeo). Ma anche chi non va a votare, che aumenta a ogni elezione. Perché la responsabilità è anche la sua, pur se crede di avere la coscienza a posto.

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