INGV terremoti diventa social e sbarca su Instagram. Ci spiega perché Maurizio Pignone

INGV terremoti diventa social e sbarca su Instagram. Ci spiega perché Maurizio Pignone

di Alessandra Prospero

 

Nell’imperdibile appuntamento con Sharper – La notte europea dei ricercatori all’Aquila, suscita sempre vivo interesse lo stand di INGV, nell’edizione 2024 animato da bambini, ragazzi e curiosi assiepati in cerca di informazioni ma anche richiamati da efficaci locandine arancioni.

Ad accoglierci il ricercatore Maurizio Pignone, un “geologo prestato alla comunicazione”, come si autodefinisce. Indossa una t-shirt che riporta lo slogan “Passione e ricerca” e si intuisce fin da subito che per lui non è solo uno slogan.
Infatti INGV per lui è un po’ come casa: nello stand ci sono anche la moglie, la sismologa di origine calabrese Concetta Nostro e la figlia. La loro storia personale è strettamente legata al sisma del 6 aprile: il matrimonio programmato per il 2009, la festa di fidanzamento ufficiale proprio il giorno del 5 aprile e poi la partenza per L’Aquila, la posticipazione del matrimonio al 2010 e nel mezzo tanti mesi a lavorare qui, insieme, nel post sisma.
Passione e ricerca: le due cose nella sua vita sono strettamente connesse.
“Io sono di Benevento, mi sono laureato a Napoli e ho lavorato tantissimo in Irpinia, Alto Sannio, tutte zone altamente sismiche. Ho subito un terremoto importante nella mia vita, quello del 1980 e in qualche modo questo evento ha creato una passione in me per la geologia e non ci ho pensato due volte a iscrivermi a questa facoltà. Ai giovani che hanno passione, appunto, per questo settore dico che ci sono tantissime possibilità: io penso che questo sia il periodo migliore per fare il mestiere di ricercatore perché ci sono fondi, ci sono possibilità, ci sono borse di dottorato di ricerca, quindi secondo me è una questione di volontà e di impegno. Basta avere un’idea chiara su cosa si vuole fare.”
Pignone lavora a Roma, all’Osservatorio Nazionale Terremoti e si occupa di comunicazione e la cosa è strettamente legata alla sua esperienza aquilana.
“Dalla notte del 6 Aprile ho lavorato alla DICOMAC, direzione comando e controllo alla caserma della Guardia di Finanza. Ho passato qui sei mesi della mia vita che hanno cambiato anche la mia vita lavorativa: io non mi occupavo di comunicazione ma dopo L’Aquila tutto è cambiato. Ci siamo resi conto di molte cose stando con la gente nelle tendopoli, abbiamo passato tantissime serate di quei mesi a parlare con le persone perché volevamo capire dove in qualche modo il messaggio che avevamo dato come comunità scientifica non aveva funzionato. Ci siamo impegnati  proprio a cambiare il modo di comunicare e nel 2010 sono stato fra quelli che hanno fatto nascere INGV terremoti che oggi ha un blog da 26 milioni di visualizzazioni. Quindi abbiamo gestito le emergenze successive in modo diverso dall’Aquila, siamo cresciuti e speriamo di essere sulla buona strada perché ovviamente di strada c’è ancora tanto da fare” commenta Pignone.
                       
  INGV terremoti sbarca su Instagram
“Stasera aggiungiamo un altro mattoncino e cioè approdiamo su Instagram dove non siamo stati per 10 anni quasi, perché non eravamo pronti. Pensi che abbiamo ipotizzato più di una volta di andare sul social visuale a parlare di terremoti, perché non è facile. Noi abbiamo tanti followers perché tanti ci seguono per le localizzazioni degli eventi ma adesso ci mettiamo in gioco proprio per parlare di terremoti dal punto di vista delle curiosità e della storia sismica del territorio: io penso che la conoscenza della storia sismica del proprio territorio sia un dovere dei cittadini ma anche dei giovani perché guardare indietro a cosa è successo porta ad avere una percezione corretta del rischio e garantisce anche la preparazione a un futuro terremoto, che è molto importante. Questo lo si deve fare col linguaggio di oggi, non lo possiamo fare solo coi libri o nelle aule scolastiche: lo dobbiamo fare con il linguaggio attuale che sono i social media e domani saranno le app e tutto il resto. Non è facile parlare di terremoti e maremoti alle persone che non sono in qualche modo interessate da questo fenomeno dal punto di vista personale. All’Aquila ci riusciamo più facilmente perché ovviamente la sensibilità è maggiore. Io stasera sono qui perché sono grato a questa città che mi ha cambiato proprio il modo di di percepire l’esigenza di informazione su queste tematiche.”
Un esempio immediato: la mappa digitale
“In questa mappa digitale che abbiamo portato qui allo stand INGV presso la notte dei ricercatori dell’Aquila, vediamo circa tre mesi di sismicità, quindi 90 giorni, e possiamo contare il numero di terremoti che la rete sismica nazionale ha localizzato in questi ultimi tre mesi e vediamo che questo numero supera i 4000 eventi. La fortuna è che il 90% di questi terremoti sono tutti di magnitudo minore di 2 e quindi non vengono risentiti dalla popolazione. Noi li definiamo eventi strumentali – prosegue Pignone -. Poi ci sono ovviamente tante sequenze sismiche, tante concentrazioni di sismicità, per esempio come quelle avvenute nelle nei mesi estivi tra maggio e agosto nella Calabria orientale dove il 1° agosto c’è stato il terremoto più forte di questi ultimi tre mesi che è un magnitudo 5 con epicentro in provincia di Cosenza: un terremoto che noi consideriamo di magnitudo moderata che per fortuna non ha fatto danni però è stato fortemente risentito.”

“Dobbiamo poi menzionare tutta la sismicità legata ai Campi Flegrei dove l’attività sismica è costante proprio da quando c’è stato il continuo fenomeno del bradisismo che porta ovviamente a una serie di terremoti piccoli ma molto superficiali quindi spesso risentiti dalla popolazione anche se le magnitudo sono effettivamente molto basse; e poi tutta la dorsale ovviamente ha una sismicità molto molto frequente e direi che la zona più attiva è sicuramente quella della sequenza sismica dell’Italia centrale 2016, tutta la zona che va dall’Umbria fino all’Abruzzo che ha un numero di terremoti molto elevato ma sempre molto piccoli per fortuna, per la maggior parte di magnitudo minore di 2.”

Intanto allo stand si è creato un capannello di persone in attesa della diretta Instagram delle ore 20 che annuncerà il nuovo canale di INGV terremoti. 

Noi salutiamo tutto lo stand e torniamo a casa con il libro donatoci dall’INGV “Terremoti e maremoti. Come conoscerli e ridurre i rischi”. Per chi non ha avuto occasione di averlo o di parlare con loro, tutte le informazioni in esso contenute verranno comunque ricondivise sul canale instagram, in un linguaggio, come ci ha detto Pignone, attuale e che può arrivare a tutti.

 


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