Pescara, la storia della famiglia ostaggio dello stabilimento di Barberini S.p.A.

Pescara, la storia della famiglia ostaggio dello stabilimento di Barberini S.p.A.
05 Giu 2025

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della famiglia Fiore M./Gabriele S.

Mentre il Ministro dell’Ambiente celebrava oggi i progressi  ecologici di Barberini S.p.A., parte del gruppo Luxottica, un’ombra inquietante si  allungava a poche centinaia di metri dagli stabilimenti. L’entusiasmo per la “patina green”  dell’azienda si scontrava con il dramma silenzioso della famiglia Fiore M./ Gabriele S. intrappolata da anni in un incubo di precarietà e disillusione.

Il Ministro, in visita ufficiale per lodare le iniziative ambientali di Barberini S.p.A.,  sembrava ignaro della storia straziante della famiglia Fiore M./ Gabriele S.. Per anni,  questa famiglia ha accarezzato il sogno di creare un “buen ritiro” sulle proprie terre, un  luogo sicuro dove far crescere figli e nipoti, inclusa la figlia adottiva che soffre di una  grave disabilità. Ma questi sogni sono stati brutalmente infranti dalla notizia che l’azienda  intendesse, proprio in quelle aree, far costruire da Terna una centrale da 132Kv proprio su parte della loro proprietà, che si trovano tra l’area adibita a campi fotovoltaici di Barberini  e gli stabilimenti dove si realizzano i prodotti, rendendo di fatto impossibile la loro  permanenza, ciò a detta di incaricati dell’azienda. 

La famiglia Fiore M./ Gabriele S. è stata ostaggio di un ciclo estenuante di voci, promesse di ricollocamento e trattative mai concretizzate. Ogni speranza di un nuovo inizio è stata  sistematicamente delusa. Hanno rinunciato alle ristrutturazioni previste e alle agevolazioni possibili, tenuti in bilico da promesse alimentate da chi in realtà era determinato ad andare  avanti con il progetto, ignorando qualsiasi osservazione. 

Oggi, i Fiore M./ Gabriele S. rappresentano l’unico nucleo familiare stabilmente residente nella zona e l’unico terreno non acquisito da Barberini. L’azienda ha comprato le proprietà  circostanti per il suo progetto, ma ha palesemente ignorato gli interessi di questa famiglia.  I Fiore M./ Gabriele S. sono rimasti come un’isola di legalità, circondata delle fredde  esigenze dei piani aziendali nell’area. 

La brillante “patina green” che oggi molte aziende sfoggiano, se grattata, rivela un fondo  grigio. E nel caso di Barberini e della famiglia Fiore M./ Gabriele S. le ombre sulla correttezza della procedura sono molteplici. Sembra che la famiglia non abbia avuto  l’opportunità di presentare osservazioni o proporre ubicazioni alternative per la centrale,  nonostante la normativa in questi casi offra ampie tutele agli interessati. Infatti, l’azienda  dispone di numerose proprietà nell’area. Una procedura trasparente avrebbe potuto  permettere una pacifica convivenza di entrambi i progetti, rispettando sia le esigenze  aziendali che i diritti della famiglia Fiore M./Gabriele S. . 

Mentre quindi il Ministro dell’Ambiente e i vertici di Luxottica celebravano successi  ecologici, la storia dei Fiore M./ Gabriele S. ci ricorda che la sostenibilità non può  prescindere dal rispetto delle comunità locali e dei diritti individuali. È fondamentale  chiedersi: a quale prezzo si costruisce il progresso e se ignora il dramma umano che  si consuma a pochi passi è questa la sostenibilità a cui vogliamo ambire? 


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