Tagli alle Università: la preoccupazione dei Rettori

Tagli alle Università: la preoccupazione dei Rettori
05 Ott 2024

Drastici Tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario: Un Futuro Incerto per le Università

Preoccupazione e sconcerto hanno dominato le recenti discussioni accademiche, a seguito dell’annuncio del governo riguardante i drastici tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO). Il rettore dell’Università dell’Aquila, Edoardo Alesse, insieme ai rettori degli altri sette atenei delle Marche, Abruzzo e Umbria, ha espresso forte preoccupazione per le conseguenze che questi tagli avranno sulla qualità dell’istruzione superiore e della ricerca.

Il decreto recentemente pubblicato, che disciplina i criteri di ripartizione del fondo per l’anno 2024, ha evidenziato una riduzione complessiva di 173 milioni di euro a livello nazionale, pari a un taglio del 2% rispetto al 2023. Per gli atenei delle regioni Marche, Abruzzo e Umbria, questa riduzione si traduce in una perdita di circa 18,6 milioni di euro, con un taglio medio del 3,10%. L’Università dell’Aquila, in particolare, subirà un taglio di circa 4,5 milioni di euro, aggravato da un ulteriore impegno finanziario di 3 milioni per l’adeguamento degli stipendi dei docenti, secondo le direttive del Ministero dell’Economia.

Il rettore Alesse ha sottolineato come “fare lo stesso con meno” diventi una sfida sempre più ardua. La necessità di assumere personale a tempo determinato, incentivata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), si scontra ora con una paralisi nel reclutamento a causa dei tagli al FFO. Questo scenario obbliga le università a operare economie e contenimenti, rischiando di compromettere la qualità dell’offerta formativa e della ricerca.

Le conseguenze di questi tagli si faranno sentire non solo a livello di bilancio, ma anche sulla qualità dell’istruzione e della ricerca. Le università saranno costrette a ridurre le assunzioni, limitare i progetti di ricerca e rivedere i piani di sviluppo infrastrutturale. Questa situazione potrebbe portare a una diminuzione della competitività internazionale degli atenei italiani, già sotto pressione per mantenere gli standard qualitativi in un contesto globale sempre più competitivo.

La rete Hamu, che include gli atenei di Camerino, Chieti e Pescara, L’Aquila, Macerata, Perugia, Politecnica delle Marche, Teramo e Urbino Carlo Bo, ha manifestato una posizione unanime di dissenso verso questi tagli. I rettori hanno evidenziato come le riduzioni al FFO rappresentino un attacco diretto al futuro delle giovani generazioni e alla capacità del Paese di innovare e progredire.

Gli accademici chiedono al governo di riconsiderare questi tagli e di riconoscere l’importanza strategica degli investimenti nell’istruzione superiore. Un finanziamento adeguato alle università è essenziale per garantire un futuro prospero, innovativo e competitivo per l’Italia. La speranza è che il dialogo tra le istituzioni accademiche e il governo possa portare a una revisione delle decisioni prese, a beneficio dell’intero sistema universitario e della società nel suo complesso.

In conclusione, i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario rappresentano una minaccia concreta per il futuro delle università italiane. È imperativo che il governo ascolti le preoccupazioni del mondo accademico e intervenga per assicurare un finanziamento adeguato, che permetta alle università di continuare a svolgere il loro ruolo fondamentale di promozione della conoscenza e dell’innovazione.


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