di Alessandro Tettamanti
E’ un mercoledì nuvoloso al Gran Sasso, come si confa a un turno infrasettimanale d’autunno, con la pioggia che da poco ha iniziato a battere sul campo e solo la Tribuna aperta ad ospitare i 1500 tifosi presenti.
Sono passati meno di dieci minuti da quando Arrigoni ha trasformato un rigore che ha fatto diventare una brutta partita in un incubo per i rossoblù, quando Keita, entrato nel secondo tempo, si procura una punizione dal limite. La batte il Pocho Banegas che di sinistro, con un tiro a giro dei suoi, realizza l’ennesima prodezza con la palla che finisce sotto l’incrocio e riacciuffando così il pari.
Il Gran Sasso esulta con rabbia, dopo essersi fatto quasi saltare i nervi per un primo tempo davvero brutto e un secondo migliore, ma che invece di decollare aveva trovato lo svantaggio.
L’1-1 però non basta. Il campionato dell’Aquila resta a un bivio: sventata la sconfitta, il terzo pareggio consecutivo non farebbe di certo bene all’ambiente ed ormai il 90’ è arrivato.
Quattro sono i minuti di recupero segnalati quando sulla destra il Pocho Banegas, ancora lui, scodella un cross perfetto che mentre sorvola l’area di rigore può cambiare il destino del campionato dall’Aquila. A saltare più in alto di tutti c’è Cheic Keita che non proprio a due passi dalla porta la gira bene di testa e la indirizza meglio. Per un attimo il Gran sasso resta col fiato sospeso, Loliva si gira alle sue spalle, la pioggia cade sui seggiolini vuoti della curva mentre la palla entra in rete sotto l’incrocio. Gol!
L’Aquila vince una partita sofferta e brutta (finale a parte), nel giorno in cui l’Avezzano espugna il Riviera delle Palme regalando ai rossoblù il momentaneo primo posto in comproprietà. Tre punti importantissimi.
Non c’è molto altro da raccontare di una partita che ha visto un primo tempo davvero avaro di emozioni.
Pagliari cambia un po’ le carte in tavola schierando una sorta di 4-3-2-1 con Di Santo e Gueli terzini (abituati a spingere) che affiancano Casella e capitan Brunetti al centro.
Sul vertice basso di centrocampo va Giandonato con Del Pinto da una parte e Mantini dall’altra. Davanti, fuori posizione, con l’idea di stare tra le linee, va Misuraca insieme a Banegas e Belloni.
L’Aquila parte forte e al 9’ Giandonato verticalizza bene per Belloni che, contrastato, non riesce a battere a rete. Sul successivo calcio d’angolo l’attaccante argentino sente un irrigidimento del muscolo ed è costretto ad uscire. Un brutto colpo per i rossoblù che lì davanti partivano già senza Giampaolo, squalificato. Pagliari manda in campo l‘under Guidobaldi, ma L’Aquila accusa il colpo e il Notaresco prende coraggio.
Così al 13’ Sall ha una doppia occasione con Michielin che ci mette il corpo e sventa.
Al 27’ anche il Notaresco è costretto al cambio con Di Bartolo che non ce la fa, al suo posto entra Kaial.
Al 35’ si fa rivedere L’Aquila con Di Santo che la mette bene al centro dove però il tiro dell’accorrente Guidobaldi viene deviato in calcio d’angolo.
Ma al 39’ è ancora il Notaresco a farsi pericoloso con Sall che se ne va e la passa a Tersano che tira alto da buona posizione.
Pagliari capisce che il suo esperimento con Misuraca alto non funziona ,anche perché ha davanti una signora squadra, che corre e occupa bene gli spazi senza timori reverenziali.
Decide così nell’intervallo di re impostare un più classico 4-3-3 inserendo al posto di Mantini, Giannini alto a sinistra e Keita al posto di Del Pinto, mosse che si rileveranno decisive.
Al 17’ è proprio Giannini ad inventarsi un tiro di collo esterno che finisce di poco sopra il set. Un minuto dopo, sempre lui si invola sulla sinistra da dove fa partire un tiro cross che costringe Loliva a una faticosa respinta in angolo.
Al 25’ l’episodio del rigore, con Di Santo che come a Termoli commette fallo di mano. Dal dischetto va Arrigoni che non sbaglia.
Ma il Notaresco è noto per i gol presi nel finale e anche questa volta ne incassa due, sopratutto a causa del valore dei singoli, Banegas e Keita, con quest’ultimo che in particolare, con il suo ingresso in campo, ha cambiato il volto della partita.
Due gol che sono due perle che hanno riacceso le luci al Gran Sasso e che hanno vinto la resistenza di un ottimo Notaresco, che meritava il pareggio.
Domenica prossima arriva il derby con un Avezzano, che dire rinfrancato dalla vittoria a San Benedetto significherebbe usare un eufemismo. Una partita che sarà molto importante per entrambe le squadre.
PAGLIARI: “BUONA PROVA NEL SECONDO TEMPO”
“Abbiamo sofferto, ma sarà sempre così anche se mi auguro di non risolvere le partite al 92′, perché alla mia età così è pericoloso”, scherza Pagliari arrivando in sala stampa.
Per Pagliari “i ragazzi sono stati bravi a recuperare dopo essere andati sotto“, ma il mister rossoblù è ben conscio che “nel secondo tempo c’è stata la giusta tigna, nel primo no”.
“Sono contento per chi è entrato e ha fatto bene – continua – alla mia età questi ragazzi mi danno uno spirito che forse avevo un po’ perso con l’età e li devo ringraziare per questo”.
4-3-2-1? “Volevo mandare Misuraca tra le linee” afferma Pagliari, ma l’impressione è che non abbia funzionato, “ c’è sempre l’avversario nel calcio”, ricorda visto che “spesso si tende a rimuovere questo elemento base del calcio”.
“Nel secondo tempo abbiamo fatto una buone prova, per giocare L’Aquila deve avere carattere perché le partite vanno giocate fino all’ultimo”.
Infine il mister di Macerarata dedica qualche parole al Pocho Banegas: “Ha la magia, è importante e deve trasmetterla anche agli altri” .
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