Vendola a L’Aquila per sostenere Simona Giannangeli e William Giordano: “L’Abruzzo pietra di inciampo per la destra”

Vendola a L’Aquila per sostenere Simona Giannangeli e William Giordano: “L’Abruzzo pietra di inciampo per la destra”
07 Mar 2024

di Fabio Pelini L’Aquila – In una Piazza Regina Margherita colma di orgoglio, il presidente nazionale di Sinistra Italiana Nichi Vendola – accompagnato dai dirigenti locali del Partito Enrico Perilli e Pierluigi Iannarelli – ha tenuto un appassionato e, come al solito, immaginifico intervento di circa quaranta minuti per suonare la carica in vista delle elezioni regionali del prossimo 10 marzo e sostenere i candidati dell’Alleanza Verdi Sinistra, William Giordano e Simona Giannangeli.

Molti i temi toccati dall’ex Presidente della Regione Puglia, in un puzzle che ha tenuto insieme drammi nazionali e internazionali con criticità locali, in un continuo ed efficace gioco di sponda, che ha messo a nudo limiti e mancanze del Governo di Giorgia Meloni, in relazione alla filiera di Fratelli d’Italia che passa dal governo regionale di Marco Marsilio fino a quello cittadino di Pierluigi Biondi, rei per Vendola di affossare definitivamente le regioni del centro sud con il progetto dell’autonomia differenziata. Parole dure, quelle dell’ex governatore pugliese: “Qui in Abruzzo, dopo la Sardegna, si può creare il muro che blocca il processo di secessione. Il sindaco dell’Aquila, il governatore dell’Abruzzo, la presidente del consiglio e i suoi ministri dovrebbero essere portati davanti ad un tribunale e processati per alto tradimento”.

In una situazione economica grave che taglia servizi e mortifica bisogni essenziali, il Governo sembra avere, per Vendola, altre necessità. Da qui l’affondo, condito di amara ironia: “Mentre si accorpano presidi sanitari, si chiudono scuole, saltano unità specialistiche negli ospedali e non ci sono risorse per servizi primari, la scorsa settimana il governo Meloni ha trovato 8 miliardi di euro per comperare carri armati, perché il popolo italiano evidentemente ha necessità di nutrirsi di armamenti”.

Dal drammatico assedio di Gaza alla criminalizzazione dei giovani, dal negazionismo sulla crisi climatica all’attacco a poveri e precari, dalla mortificazione dei parchi all’attacco dei diritti delle donne e dei più fragili, Vendola ha tentato di riportare al centro del dibattito politico i bisogni reali delle persone, innervando il cuore del suo intervento di un crescendo di anaforici “come stai?” rivolti a tutte le categorie in sofferenza nel nostro Paese e nella nostra Regione, attanagliate “da un capitalismo cannibalesco e dal suo mercato di morte legato alla lobby delle armi, che mettono il profitto sopra alla vita umana”.

Per concludere con quella che è parsa più una certezza che un auspicio. “Una partita che sembrava persa fino ad un mese fa, ora è aperta più che mai, soprattutto perché gli Abruzzesi stanno capendo chi sono Marsilio e la sua banda. E con un candidato straordinario come Luciano D’Amico, stiamo ridisegnando la possibilità di un’alternativa in questa Regione”.

 


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