Alle sette di mattina di nove anni fa, alcuni surfisti segnalarono sulla spiaggia di Punta Penna la presenza di sette capodogli bloccati sulla spiaggia. Oltre alla capitaneria di porto, arrivarono anche centinaia di vastesi che con il loro impegno e il loro cuore riuscirono a salvarne quattro.
Per questo proprio a Punta Penna, affianco il punto informazioni, è stata appena inaugurata ‘Tuffo’, l’opera dell’artista aquilana Emanuela Giacco costituita da una coda d capodoglio in immersione color azzurro mare, realizzata con cime nautiche recuperate e che fa parte di un più ampio museo diffuso, di cui fa parte anche l’installazione, lungo la passerella che porta al mare, di quattro pannelli informativi che raccontano di quella giornata.
“Sono stata molto felice di esser stata coinvolta in questa iniziativa in cui una comunità si è adoperata in difesa dell’ambiente” ha dichiarato Giacco. “Tramite i miei lavori, realizzati tutti con materiale di recupero, cerco di trasmettere un messaggio d’amore per la terra, la vita e il rispetto per l’ambiente . Qui ho realizzato un intreccio in cui ogni filo rappresenta una parte del creato di cui facciamo parte – ha ricordato l’artista -, che è la forza che abbiamo ed esce fuori proprio dalla sinergia, dai legami che generiamo insieme, come quelli di quella mattina di nove anni fa che ha permesso di salvare quei capodogli”.
Il museo diffuso è stato realizzato grazie a un finanziamento regionale di 70mila euro, in vista di un vero e proprio museo che l’Amminstrazione vastese vuole realizzare in futuro, una volta che gli scheletri dei tre esemplari marini verranno dissotterrati.
“Un episodio che nella sua drammaticità ci impone la necessità del ricordo. E lo fa per un doppio fine. Quello di mostrare e riflettere sulle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto e dall’altro ci permette di comunicare con cittadini e turisti in maniera costruttiva, educandoli al rispetto per le specie animali”, ha sottolineato il sindaco di Vasto Francesco Menna.
“La città va ringraziata perché ha dimostrato coesione e entusiasmo seguendo tutte le nostre indicazioni. Questo museo è solo il primo passo per la realizzazione di uno vero e proprio nel quale riportarle alla luce. Attualmente sono sepolte in un posto rimasto segreto”, ha detto Vincenzo Olivieri, presidente del Centro studi cetacei.
Foto copertina www.chiaroquotidiano.it
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