Dal 11 al 13 ottobre 2024, L’Aquila si trasformerà nel palcoscenico della settima edizione di S.E.M.I. iniziativa promossa dall’associazione Cultura Italiae, presieduta da Angelo Argento. Storie di eccellenza, merito e innovazione (S.E.M.I.), un evento che non solo celebra l’eccellenza culturale italiana, ma si propone anche di esplorare il potere della cultura come mezzo per rammendare le fratture del nostro tempo. L’evento invita a riflettere su come la cultura possa sanare divisioni e creare, contribuendo a costruire una società più coesa e inclusiva.
S.E.M.I. 2024 segna un passo importante per l’Aquila, città simbolo di resilienza e rinascita, che ospiterà l’evento in spazi di grande prestigio come il Palazzo Margherita e il Palazzetto dei Nobili.
S.E.M.I 2024 assume un significato particolare per la città di L’Aquila anche in vista dell’importante appuntamneto Capitale della Cultura 2026. Tre giornate cariche di incontri, tavole rotonde e spettacoli coinvolgendo personalità di spicco come l’artista Jago, il maestro Giovanni Allevi, Emilio Casalini, Dario Vergassola, Serena Calloni Williams, Shajeer Kizhakkekara, Santo Rullo Stefano Redaelli, Giancarlo Commare, Massimiliano Finazzer Flory, Giulia Mazzoni, Lino Guanciale ed ancora Giuseppe De Bellis, Marco Tronchetti Provera, Andrea Fusco, Giovanni Malagò. Tra questi l’artista aquilana Emanuela Giacco sarà presente all’evento per i tre giorni con una sua installazione dal titolo “Riflesso della genesi di una intuizione” presso una sala attigua all’atrio di Palazzo Margherita.
Un’opera che pone al centro il tema della condivisione, della comunione e della connessione. Un’opera che mette in discussione la visione statica mostrando sempre nuove prospettive. L’installazione è caratterizzata da due elementi principali, le sfere ovoidali (SEMI) e gli specchi. L’elemento ovoidale porta con se molte simbologie, è un potente elemento di significato che trascende culture e discipline.
Sia nell’arte che nella psicologia, rappresenta i concetti di vita, di potenziale, di vulnerabilità e di rinnovamento. Carl Jung potrebbe interpretare il seme come simbolo di persone o idee pronte a germogliare e svilupparsi. Questo elemento definito da cime si carica ancor più di echi, il simbolo della vita è qui definito da cime che rappresentano i legami e le connessioni, questo pone la condivisione come condizione necessaria affinché il germoglio della vita e del rinnovamento possa effettivamente “essere”.
Condivisione, connessioni, legami divengono le parole chiave, protagoniste del dibattito. Ad amplificare il concetto di “connessioni”, l’istallazione fa riferimento al numero 12, dodici sfere piste su dodici specchi, un numero legato a concetti potenti come il ciclo temporale, il cosmo, la completezza. Il tutto è disposto a formare un cerchio, una forma di perenne rinnovamento che non ha né un punto di partenza né di fine. Il cerchio è una geometria in cui ogni punto che la compone è equidistante dal centro, il che allude ai differenti punti di vista che seguendo questa logica hanno il medesimo peso, è una forma che parla di condivisione, di integrazione. Iil cerchio come agorà, il cerchio come una grande tavola rotonda.
Lo specchio pone l’accento sul concetto di relatività e prospettiva. Spostando leggermente il punto di vista lo specchio può restituirci una immagine differente, l’elemento dello specchio ci conduce quindi ad una interazione dinamica tra gli elementi, creando un gioco di riflessi e prospettive che invitano lo spettatore ad esplorare la propria percezione.
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