di Alessandra Prospero
Si è tenuta il 3 aprile 2025, presso il prestigioso Museo “Ramón Gaya” di Murcia, la cerimonia di premiazione della II edizione del concorso internazionale “Il nostro Mediterraneo: Mare, mito e natura”, grazie alla collaborazione tra Società Dante Alighieri di Murcia, la UCAM (Universidad Católica San Antonio de Murcia), il MEDA (Rete dei Comitati Dante del Mediterraneo), la “Escuela de Arte Región de Murcia” e l’organizzazione del Museo “Ramón Gaya”.
Il Presidente della Società Dante Alighieri di Murcia è il professore Antonio Candeloro, che ha natali marsicani, più precisamente avezzanesi, e ha frequentato da ragazzo il liceo Vitruvio Pollione, nella sezione linguistico-sperimentale.
«Sì, tutto parte e tutto nasce dal liceo Vitruvio Pollione – racconta Candeloro – dove ho avuto la fortuna di avere come docente di letteratura italiana e anche di latino la professoressa Anna Frigioni, la quale è stata fondamentale: lei era giovanissima, forse al primo incarico, se non erro, e fu fondamentale proprio per come intendeva il mestiere del professore e per come insegnava letteratura. Da lì è nata la mia passione per la letteratura e per le lingue: mi riferisco alla lingua inglese, francese e spagnola che erano le tre lingue che si studiavano nel nostro liceo negli anni ’90, quando già si stava realizzando l’Unione Europea.»
Un percorso di studi proseguito a Roma e indicatore della futura strada.
«Decisi di iscrivermi poi all’Università La Sapienza a Lingue e letterature straniere, optando, però, come prima lingua, per l’inglese, come seconda per lo spagnolo e come terza per quella francese. Dopo il primo anno mi resi conto, però, del fatto che lo spagnolo mi attraeva molto di più dell’inglese e quindi poi ho fatto il cambio di piano di studi e, a partire da quella decisione, il percorso è stato sempre lingua e letteratura spagnola. Dopo La Sapienza ho fatto il dottorato all’Università di Pisa in Letterature straniere moderne e mi specializzai in Letteratura spagnola dopodiché ho avuto diversi contratti da ricercatore a tempo determinato, e quindi precario, tra Pisa, Roma, Siena, Potenza, Salerno, oltre a diverse esperienze nelle scuole superiori. Quindi, dopo tutta questa via crucis dettata da diversi fattori, anche del caso, sono arrivato a Murcia e attualmente insegno Didattica della lingua e della letteratura spagnola agli spagnoli presso la UCAM, l’Università Cattolica di Murcia.
La lingua italiana è amata all’estero?
La lingua e la letteratura italiana (la cui divulgazione è proprio lo scopo della Società Dante Alighieri) sono molto amate all’estero, il nostro paese è sinonimo di arte e cultura. Forse non ce ne rendiamo conto quando stiamo in Italia ma basta attraversare i confini e ci si rende conto che la nostra nazione ha un prestigio enorme. Da parte di alcuni c’è un’ammirazione sviscerata verso tutto ciò che è italiano: arte, cultura, moda, cucina, letteratura, cinema. Molti spagnoli studiano la lingua italiana, per avvicinarsi ancor di più alla nostra cultura e alla nostra arte.
Come è diventato Presidente della Società Dante Alighieri di Murcia?
“La UCAM è stata fondamentale per i contatti che mi ha permesso di avere con altri colleghi dell’area di letteratura spagnola ma anche con altri colleghi che studiano letteratura italiana qui in Spagna che, da spagnoli, insegnano lingue e letteratura italiana. Grazie a questo scambio molto proficuo e molto produttivo con i colleghi che ogni tanto mi invitavano a presentare un film, magari di Pasolini, o a fare altre attività legate all’arte, al cinema e alla letteratura italiana, è nata l’amicizia con questi italianisti spagnoli che in seguito mi hanno proposto come presidente della Società Dante Alighieri di Murcia, la quale, va ricordato, ha cinquecento comitati sparsi in tutto il mondo. Ho accettato la proposta e da due anni ricopro questo incarico con tutti i relativi onori e oneri.”
In una giuria così prestigiosa spicca subito il nome di un’altra marsicana d’eccellenza che è la professoressa Giovanna Visci che tiene alto il nome sia della provincia che della regione perché valuta gomito a gomito con personaggi internazionali come Francesco De Nicola, presidente del Comitato di Genova della Dante Alighieri; María Belén Hernández González, docente di Letteratura Italiana all’Università di Murcia e presidente onoraria del Comitato di Murcia della Dante Alighieri; Encarnación Esteban Bernabé, docente di Letteratura Italiana all’Università di Murcia e vicepresidente del Comitato di Murcia della Dante Alighieri; Carmen Mª Pujante Segura, docente di Teoria della Letteratura e Letterature Comparate all’Università di Murcia e segretaria del Comitato di Murcia della Dante Alighieri; Jamal Ouassini, presidente del Comitato di Tangeri della Dante Alighieri; Carla Boroni, docente di Letteratura Italiana Contemporanea dell’Università di Brescia; e Maria Teresa Caprile, docente di Lingua Italiana per stranieri dell’Università di Genova.
Sono stato io a proporre il nome della professoressa Visci e l’ho proposto in maniera spontanea, memore dell’amicizia che ci unisce e memore dell’insegnamento di sua cugina, la già citata professoressa Anna Frigioni del liceo Vitruvio Pollione. Inoltre, per un caso del destino, il tema di quest’anno del concorso internazionale di poesia era di nuovo “Il nostro Mediterraneo: mare, mito e natura” e allora io, non so nemmeno spiegarlo a livello cosciente come è successo, in seno alla giuria ho invitato Giovanna, la quale ha detto subito di sì e mi ha ricordato che lei aveva scritto una tesi di laurea proprio su uno dei poeti italiani che canta del Mediterraneo e che ha scritto molte raccolte di poesie proprio sul mito del Mediterraneo: Giuseppe Conte, omonimo del politico del Movimento 5 Stelle. È stata una felice coincidenza che io sia riuscito a coinvolgere una persona che ci ha collegato con un autore che ha scritto sulla poesia del Mediterraneo (e in particolare Conte). Da lì, infatti, è nata un’altra collaborazione splendida per noi della Dante, perché Giovanna Visci è riuscita appunto a mettersi in contatto con il soggetto oggetto della sua tesi di laurea tanti anni fa e lo stesso, Giuseppe Conte, ha risposto di sì, accettando il nostro invito a partecipare alla nostra antologia del Premio con una poesia originale che si intitola “Mare di Omero”.
“Il nostro Mediterraneo: Mare, mito e natura”, i vincitori
Per quanto riguarda i vincitori del Premio letterario, a questo concorso potevano partecipare persone maggiori di 16 anni che fossero o madrelingua italiana o non madrelingua per cui nella sezione A, madrelingua non italiana, ha vinto una ragazza spagnola che si chiama Lucía Melz con “Il riflesso” e per quanto riguarda gli italiani della sezione B ha vinto Matteo Aldo Maria Rossi, con “Preghiera da questa parte del mare”. Entrambi sono testi di qualità: la giuria ha valutato moltissime poesie che sono arrivate e queste, devo dire, sono le migliori e sono poi state pubblicate all’interno del libro che abbiamo stampato con la casa editrice Thesis di Genova.
Professore, la cultura ci affranca da tante cose ma dedicarsi ad essa e lavorare in questo ambito ha perso appeal per i giovani?
Io parto da un concetto che noi conosciamo bene perché siamo abruzzesi e l’abruzzese è forte e sincero e noi lo siamo. Può essere anche un po’ retorico però, secondo me, è vero: facciamo parte di una popolazione forte e sincera e quella forza mi ha aiutato tantissimo. Riguardo alla sua domanda, come spiego sempre ai miei alunni, bisogna studiare quello che ci appassiona perché, se si fa una cosa per passione i risultati arrivano: se ti iscrivi a giurisprudenza controvoglia o se fai medicina controvoglia sarai un cattivo avvocato o un cattivo medico, il che può fare dei danni gravissimi. Lo studio è sacrificio perché non è facile studiare, così come non è facile leggere e capire in profondità i testi letterari. Di certo ci vuole forza di volontà, un po’ di fortuna e costanza, perché io credo di essere stato anche costante in questo progetto di lavoro che poi è un progetto di vita scaturito da passioni personali. Sono riuscito a diventare associato e a essere abilitato in Italia prima e poi a prendere l’abilitazione a diventare associato in Spagna e non è facile, glielo posso assicurare. Anche se non esercito in Italia sono felice di avere la doppia abilitazione italo-spagnola. Un po’ di curiosità è quello che manca, secondo me, oggi ai giovani perché credono di trovare tutto su Internet o sul cellulare e questo atrofizza lo spirito di iniziativa: bisogna coltivare la curiosità e quindi essere curiosi di uscire fuori da Avezzano, fuori dall’Abruzzo, poi dall’Italia e in generale fuori dalla zona di comfort.
La preziosa curiosità ha permesso ad Antonio Candeloro di arrivare a scrivere anche su La Verdad in Spagna e su Il manifesto.
Quale sarà il suo prossimo passo?
Il prossimo passo sarà la cattedra: spero di diventare quello che in italiano si dice ordinario e in spagnolo si dice cattedratico e attenzione perché ordinario qui significa volgare e quando lo dico tutti i miei colleghi rimangono a bocca aperta e mi chiedono: “Come, vuoi diventare ordinario?” e mi affretto a specificare il significato della parola in italiano.
Se Antonio Candeloro dovesse consigliare la lettura di un poeta italiano e uno spagnolo quali consiglierebbe?
Bella domanda. Per l’italiano voglio andare sul classico perché è un poeta infinito (togliendo Dante che è veramente infinito) e direi Giacomo Leopardi che fu poeta, filosofo, narratore: c’è tutto in Leopardi, un classico della poesia che anticipa la modernità. E per lo spagnolo ti citerei un poeta della generazione del ‘27 che è una generazione fondamentale dalla quale vengono tutti i più grandi… Salinas, Lorca, Alberti… è un nome che non è molto citato: si chiama Luis Cernuda, andaluso di Siviglia, secondo me uno dei migliori e dei più dimenticati di quella generazione. Quando scoppiò la guerra civile emigrò in Inghilterra e poi finì negli Stati Uniti. Morì in Messico e non tornò mai più in Spagna dal 1936, proprio dallo scoppio della guerra civile. La sua è una poesia che, pur essendo legata alle radici spagnole, in realtà è universale: parla di tutti i temi universali della poesia classica, quali la morte, l’amore, il dolore e il ricordo e lo fa in un modo molto originale. Quindi decisamente scelgo Leopardi e Cernuda e invito tutti a leggerli o a rileggerli.
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