Pescara nella mobilità sostenibile, Odoardi: progressi evidenti ma criticità ancora irrisolte

Pescara nella mobilità sostenibile, Odoardi: progressi evidenti ma criticità ancora irrisolte
13 Nov 2025

Pescara – Una città che prova a trasformarsi sul fronte della mobilità sostenibile, tra passi avanti significativi e problemi che restano irrisolti. È il quadro che emerge dall’indagine 2025 dell’Osservatorio Mobilità Sostenibile di Euromobility, riferita ai dati 2024 e presentata il 5 novembre, che colloca Pescara al 23° posto tra le 50 principali città italiane. Una posizione intermedia, ma comunque tra le migliori del Mezzogiorno, come evidenzia Giancarlo Odoardi – Esperto Promotore Mobilità Ciclistica (EPMC).

Con oltre 120 mila abitanti in poco più di 30 km², Pescara è tra le città più dense del Paese. Una densità che accentua congestione e difficoltà di sosta, ma che rappresenta anche un potenziale per favorire spostamenti brevi a piedi o in bicicletta.

Tra i settori che mostrano maggiore vitalità spicca la micromobilità condivisa: bike sharing stabile e monopattini elettrici diffusi. Anche l’infrastruttura ciclabile – circa 5-6 km ogni 10.000 abitanti – risulta leggermente superiore alla media nazionale. Tuttavia, come rileva Odoardi, la rete resta discontinua e spesso poco curata: fuori dai due assi principali, la Bike-to-Coast e il percorso adiacente alla Strada Parco, mancano collegamenti sicuri con quartieri, scuole e poli attrattori. “La priorità non è tanto aggiungere chilometri, quanto garantire continuità e sicurezza”.

Il trasporto pubblico rappresenta invece la criticità più marcata. L’offerta – circa 5.000 posti-chilometro per abitante – è bassa, così come la domanda, inferiore a 200 viaggi annui per residente. Frequenze ridotte e assenza di corsie preferenziali rendono il servizio poco competitivo, mentre l’uso dell’auto privata resta elevato (63 auto e 19 moto ogni 100 abitanti). Questa debolezza condiziona fortemente la possibilità di un vero riequilibrio modale.

La qualità dell’aria rispetta i limiti nazionali ma non quelli più stringenti europei che entreranno in vigore nel 2030. Pescara registra circa 25 superamenti annui del PM10 e una media di 23 µg/m³, superiore al futuro limite di 20 µg/m³. Anche per il biossido di azoto i valori restano sotto il limite italiano, ma sopra le raccomandazioni OMS. “Un segnale che invita a ridurre ulteriormente traffico e emissioni”, aggiunge Odoardi.

Dal punto di vista strategico, il PUMS – approvato nel 2021 e aggiornato nel 2022 – fornisce un quadro chiaro di obiettivi e indicatori. Tuttavia, come osserva l’esperto, la sua efficacia dipende dalla capacità dell’amministrazione di garantire continuità e monitoraggi regolari.

Altro nodo è la sicurezza stradale. L’indice di incidentalità (4,6 incidenti ogni 1.000 abitanti) è in linea con la media nazionale, ma pedoni e ciclisti rimangono vulnerabili. Odoardi indica come necessari interventi di moderazione del traffico, zone 30, ridisegno delle intersezioni e maggiore visibilità degli attraversamenti. L’aggiunta di verde lungo i percorsi ciclopedonali, pur non trattata nel rapporto, potrebbe migliorare comfort e sicurezza.

Nel complesso, conclude, Pescara mostra segnali positivi nella pianificazione e nella diffusione della micromobilità, ma soffre ancora per un trasporto pubblico debole e per una rete ciclabile frammentata. La posizione in classifica fotografa una città in transizione: con buone basi e ampi margini di miglioramento verso una mobilità più integrata, sicura e accessibile.


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