Delibera per l’abbattimento dei cervi, monta la protesta. De Sanctis: si può fermare

Delibera per l’abbattimento dei cervi, monta la protesta. De Sanctis: si può fermare
04 Set 2024

di Fabio Pelini

Sta assumendo dimensioni rilevanti la protesta contro la delibera della Giunta regionale datata 8 agosto 2024, in cui la Regione Abruzzo ha approvato l’abbattimento di circa 500 cervi da parte di cacciatori abilitati. Per ora, malumori e proteste corrono sul web, ma adesso c’è un appuntamento in calendario per travasare almeno un po’ dell’opposizione virtuale in una piazza reale. Il Wwf, infatti, ha chiamato a raccolta in un sit-in programmato per domenica 15 settembre a L’Aquila a partire dalle ore 10,30 tutti coloro che non hanno digerito la scelta del Vice Presidente regionale e assessore all’Ambiente Emanuele Imprudente di decimare la specie di un animale come il cervo, da sempre uno dei simboli dei parchi nazionali abruzzesi.

Nella contestata delibera regionale figura persino un prezzario per differenziare le differenti tipologie di cervi di cui fare bottino: 50 euro per un esemplare di meno di un anno (200 per i cacciatori non residenti in Abruzzo), 100 euro per le femmine tra i 12 e i 24 mesi e quelle di più di due anni (250 euro per i cacciatori non residenti in Abruzzo), 150 euro per i maschi giovani tra i 12 e i 24 mesi (350 per i cacciatori non residenti in Abruzzo), 200 euro per l’abbattimento di maschi subadulti e cioè tra 2 e 4 anni (450 per i cacciatori non residenti in Abruzzo), 250 euro per gli esemplari maschi adulti cioè di più di 5 anni (600 euro per i cacciatori non residenti in Abruzzo) e, per finire, un prezzo che andrà stabilito da un esperto di trofeistica abilitato per i maschi adulti da trofeo.

Oltre alla strada della protesta, tuttavia, ha preso consistenza negli ultimi giorni anche un’alternativa per bloccare la delibera della discordia. Ad indicarla è stato Augusto De Sanctis, storico ambientalista abruzzese e per anni rappresentante della società civile nella consulta regionale sulla caccia, che ha individuato alcune lacune procedurali da parte dell’Ente regionale. Per De Sanctis la Regione sarebbe stata “inadempiente sulla Valutazione ambientale strategica (Vas) del Piano faunistico venatorio”, in quanto sarebbe rimasta “inattuata la parte relativa al Piano di monitoraggio delle specie protette e dei danni da fauna a cui si era auto-vincolata nel 2020”. Annunciando per questa ragione di aver presentato ricorso. “Ho inviato alla Regione Abruzzo una richiesta di revoca o almeno di sospensione in autotutela della delibera di agosto che non a caso cita nelle premesse la Valutazione di incidenza ma non la Valutazione ambientale strategica e i relativi obblighi come quello del monitoraggio”.

E d’altro canto qualche preoccupazione dalle parti della Regione deve aver cominciato a farsi strada, se è vero che il successo della petizione online lanciata sempre dal Wwf il 18 agosto scorso – e che ha raggiunto ormai le 100mila sottoscrizioni – ha costretto l’esponente leghista in Giunta ad una difesa d’ufficio del provvedimento, a cui ha replicato duramente il Touring Club di Pescara, che ha contestato la veridicità dei dati forniti dall’assessorato regionale all’ambiente, in particolare quelli relativi agli incidenti stradali causati dai cervi.

Insomma, dinanzi al plauso dei cacciatori, la Regione Abruzzo ha dovuto incassare obtorto collo la levata di scudi di decine di migliaia di cittadine e cittadini abruzzesi, che vedono nella scelta del centrodestra abruzzese l’ennesimo attacco al patrimonio ambientale della nostra Regione, dopo il taglio al Parco regionale Sirente Velino e quello alla Riserva naturale del Borsacchio.

Staremo a vedere come andrà a finire, ma di certo nessuno degli esiti ipotizzabili sarà indolore per le parti in campo.

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