Video intervista a Luciano D’Amico: “Trasporto pubblico gratuito misura di rilancio e di equità. Ecco come faremo”

Video intervista a Luciano D’Amico: “Trasporto pubblico gratuito misura di rilancio e di equità. Ecco come faremo”
31 Gen 2024

di Fabio Pelini

Affrontare il problema che vivono le aree interne della nostra Regione è un po’ come analizzare la questione meridionale in Italia: inefficienze che affondano le radici nel passato e che ancora non trovano una soluzione compiuta nell’ottica di sanare il ritardo dal settentrione. Allo stesso modo, il gap tra Abruzzo costiero e aree interne sembra ben lungi dall’essere colmato. Di questo abbiamo parlato con Luciano D’Amico, candidato per il campo largo del centrosinistra (da Italia Viva a Sinistra Italiana, Movimento 5 stelle compreso) alla presidenza della Regione alle elezioni del prossimo 10 marzo.

D’Amico, professore ordinario di economia aziendale e già Rettore dell’Università degli studi di Teramo, sembra avere le idee chiare e ai nostri microfoni ha illustrato un capitolo essenziale del suo programma elettorale, quello per l’Abruzzo interno. E lo ha fatto, come è sua abitudine, partendo dai dati. “Le aree interne sono il cuore del nostro programma” è l’assunto di fondo che parte innanzitutto dalla consistenza numerica. Se sulla costa ci sono appena 15 comuni, nelle aree interne sono 290, una differenza notevole dalla quale il professore invita a partire per riorganizzare servizi ed opportunità sul territorio. Ma ce n’è un altro di dato che D’Amico cita e che finisce inevitabilmente per incrociarsi con lo sviluppo disomogeneo dei diversi Abruzzi, e impone alla Politica di offrire delle soluzioni. “C’è una tendenza allo spopolamento per cui ogni giorno 22 abruzzesi residenti lasciano la nostra Regione, e la maggior parte appartengono alle aree interne. E’ un’emorragia che va arrestata“. Sì, ma come? “C’è bisogno di generare nuovi posti di lavoro e nello stesso tempo garantire parità nei servizi essenziali, affermando il diritto alla sanità, alla formazione, alla mobilità. Per fare questo è necessario agire sulle leve che la Regione offre, come la fiscalità di vantaggio. Azioni mirate che possono essere adottate anche in chiave nazionale e comunitaria“.

Un approccio che acquisisce gambe su cui camminare quando si scende nel dettaglio. D’Amico porta un esempio che vale più di mille parole. “Pescara si trova a 4 metri sul livello del mare e a gennaio la temperatura media minima è di 2 gradi. Rocca di Cambio, che è a 1434 metri di altezza, ha invece una temperatura media minima di -8 gradi. E’ evidente la differenza nel riscaldare un’abitazione, un locale commerciale oppure uno adibito a servizi nelle zone montane rispetto alla costa. E’ qui che occorre intervenire, attraverso sussidi e misure fiscali di vantaggio per sostenere le aree più penalizzate“. E’ dunque l’equità, per Luciano D’Amico, la parola chiave a cui ridare senso e prospettiva, l’unica capace di affrontare con efficacia le differenze presenti. E in grado di offrire un orizzonte nuovo, per il quale valga la pena impegnarsi.

E’ in questa direzione che va la proposta del candidato del centrosinistra di offrire la gratuità integrale per il trasporto pubblico locale. Una proposta a prima vista dirompente ma che, a ben vedere, non lo è poi così tanto, se è valido il ragionamento che snocciola il professore, che senza alcuna remora giudica realizzabile, tanto dal punto di vista economico-finanziario che da quello operativo. “In tutta Italia  il trasporto pubblico locale viene in larga parte sovvenzionato dallo Stato e anche in Abruzzo è così. Basti pensare che dopo la pandemia i costi per il tpl sono coperti per oltre l’80% da contribuzione pubblica. Lo Stato per l’Abruzzo mette 200 milioni che arrivano dal Fondo nazionale trasporti e dalle accise sui carburanti; mentre dallo sbigliettamento entrano nelle casse meno di 30 milioni. Trovare questa somma, seppur importante, in un bilancio regionale di 4 miliardi e 800 milioni è possibile“. Tenendo presente che, contestualmente, si eliminerebbero i costi di gestione relativi alla bigliettazione, in primis quelli per emissione e controllo. “Una misura così importante va accompagnata da una maggiore efficienza di tutti i concessionari, a partire da Tua, che gestisce il 70% delle corse”.

Un provvedimento che – ha spiegato D’Amico – sarebbe un moltiplicatore di benefici, se si pensa che a fruire del trasporto pubblico sono in prevalenza le fasce più deboli della popolazione: pendolari, anziani, studenti, che vedrebbero garantito gratuitamente un servizio essenziale. Per non parlare del vantaggio per una reale transizione ecologica, visto che dove è stata sperimentata questa misura l’utilizzo del trasporto pubblico ha avuto un aumento che oscilla tra l’80 e il 120%. Per tornare, infine, al macro obiettivo: mezzi pubblici gratuiti per tutti rappresenterebbero un volano per la ricucitura tra aree interne e aree costiere e un impulso importante al turismo regionale. Un ragionamento lineare quello di D’Amico, sintetizzabile nella sua chiosa finale: “Il diritto alla mobilità è precondizione per assicurarne altri, come il diritto alla salute e il diritto allo studio. È un’operazione nella quale crediamo e che intendiamo realizzare“.


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