Nella Regione di Luciano D’Amico: “Al centro le persone per permettere a chiunque di esprimere il proprio potenziale”

Nella Regione di Luciano D’Amico: “Al centro le persone per permettere a chiunque di esprimere il proprio potenziale”
09 Feb 2024

di Alessandro Tettamanti

Permettere a tutte le abruzzesi e gli abruzzesi di poter esprimere il proprio potenziale. 

E’ di certo questa una delle idee-pilastro su cui si basa il programma del candidato Presidente alla Regione Luciano D’amico e della sua coalizione di centro sinistra.

Lui che, nato da una famiglia di agricoltori a Torricella Peligna (Ch), lo stesso paesino di cui è originario lo scrittore statunitense John Fante,  il suo potenziale finora è riuscito evidentemente ad esprimerlo, diventando professore in economia e Rettore di una delle università della regione, quella di Teramo. 

Ora, con il suo ingresso da esponente civico nella politica, D’Amico vorrebbe che gli abruzzesi e le abruzzesi possano tornare a smettere di chiedere alla polvere del loro futuro, per ricreare quelle stesse condizioni che hanno permesso a lui di farcela, in una fase storica, questa, in cui tiene banco la continua emorragia di giovani e lo spopolamento delle aree interne.

A margine dell’incontro organizzato dal Partito democratico dell’Aquila su diritti e pari opportunità, alla presenza del deputato e responsabile welfare nella segretaria nazionale Pd, Marco Furfaro,  Abruzzo Sera ha rivolto al professor D’Amico alcune domande per comprendere le idee alla base delle politiche sociali e d’inclusione che potrebbe avere la “sua” regione, qualora l’esito delle elezioni del 10 marzo dovesse confermare la finora ininterrotta alternanza tra destra e sinistra al governo.

“Mettere la persona al centro significa riconoscere a chiunque, qualunque abilità o disabilità abbia, qualunque sia la sua condizione economica, un potenziale da mettere a servizio, oltre che delle sue aspirazioni, della comunità”, dichiara il candidato Presidente ad Abruzzo Sera a margine del convegno.

E il governo della Regione, secondo D’Amico, in questo senso può molto, “talmente tanto da rendere superflue le politiche sociali, perché attraverso le politiche di sviluppo economico e quindi di crescita sociale, tutti i cittadini  e le cittadine possono conseguire quelle condizioni che si traducono nella possibilità di liberare il potenziale di ciascuno”.

Un programma dunque il suo, decisamente progressista, “di sinistra”, in cui “non esistono diritti civili se non strettamente connessi con i diritti sociali” come il “diritto al lavoro,  alla salute  , allo studio, alla mobilità”, chiarisce il candidato Presidente .

Diritti che secondo D’Amico “trovano poi un’applicazione diversa a seconda della peculiarità della singola persona a cui devono essere riferiti”, il che vuole dire “avere una sanità che non disgiunga più tra residenti delle aree interne e dei centri urbani, e che il diritto allo studio non si limiti all’erogazione tempestiva delle borse, ma che intervenga per rendere effettiva ad esempio  la possibilità di un soggiorno all’estero, visto che con le attuali borse ministeriali se lo possono permettere solo coloro che hanno già fonti di reddito aggiuntive”.

Su questo l’ex rettore della facoltà di Teramo batte molto, ben cosciente che una ripresa regionale non possa che passare da un forte investimento sui giovani e quindi sulla loro formazione come “garanzia di sviluppo e crescita sostenibile”.

Secondo D’Amico è necessario infatti “ampliare la definizione di diritto allo studio rendendo possibile, anche a chi non avesse disponibilità economiche, per esempio la stagione dei concerti, piuttosto che le manifestazioni teatrali, i festival letterali o la possibilità di acquistare dei libri”.

“Per realizzare tutto questo – continua il professore – dobbiamo ampliare le disponibilità, gli investimenti  e le risorse nel diritto allo studio. E’ ovvio bisognerà reperirle queste risorse, ma sono convinto che sulla loro destinazione ci sono sempre delle motivazioni politiche che vanno in una direzione piuttosto che un’altra”. 

La nostra direzione politica – afferma in maniera decisa – è di investire moltissimo nel diritto allo studio e nella formazione delle giovani e dei giovani abruzzesi perché sappiamo che sono il migliore investimento che questa regione può  fare”.

Una Regione, quella con la “R” maiuscola, che nel programma di D’Amico “si faccia l’Ente deputato a immaginare le condizioni per riuscire a cogliere le opportunità di questo momento storico di  generale ridefinizione dei potenziali produttivi e di generazione del valore, davanti ai  quali la singola impresa, famiglia o cittadino non può esser lasciato solo”.

Per il candidato Presidente dunque “è compito della Regione disegnare una strategia di potenziamento dell’industria, di sviluppo dell’agricoltura, di crescita del turismo, di rafforzamento e fusione dei servizi a più alto valore aggiunto perseguendo anche quegli obiettivi che tradizionalmente  vengono ricondotti in ciò che che chiamiamo sociale”.


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