“Occuparsi di mense scolastiche significa occuparsi della salute dei bambini, di ecologia e di politica. Proprio perché l’argomento chiama in causa responsabilità importanti tramite la professionalità degli amministratori e delle aziende di somministrazione, nonché una partecipazione delle famiglie attraverso la Commissione mensa, spesso si assiste al tentativo di sminuire il dibattito a detrimento di un servizio che ha un costo sia per le famiglie aquilane che per lo stesso Comune che lo copre con circa 3 milioni di euro l’anno”.
Lo affermano Paolo Romano e Lorenzo Rotellini, consiglieri d’opposizione del comune dell’Aquila.
“Proprio per queste ragioni – proseguono – quando sono state diffuse le risultanze dello studio di Foodinsider* che pone le mense scolastiche dell’Aquila all’ultimo posto tra i 60 comuni italiani esaminati nell’anno scolastico 2023/24, abbiamo voluto vederci chiaro. Tra l’altro il dato pessimo dell’Aquila ricalcava le altrettanto pessime risultanze ottenute dal questionario diffuso dall’amministrazione, come obbligo di legge, agli utenti e che erano già state portate dall’opposizione in ben due commissioni di Garanzia e Controllo nel corso delle quali, al solito, si era tentato di sminuire e sottovalutare quei dati senza pensare a correttivi”.
“Di più”, spiegano Romano e Rotellini: “L’assessora alle Politiche Sociali, dopo la diffusione della classifica di Foodinsider ha dichiarato a mezzo stampa che il pessimo risultato nazionale dell’Aquila era dovuto all’utilizzo da parte di Foodinsider di dati “non aggiornati, vecchi di dieci anni”, che era stato il Settore Diritto allo Studio a non rispondere alla mail nella quale si sottoponeva loro un format da compilare, addebitando dunque la colpa agli Uffici e che, se si fosse risposto alla mail, il Comune dell’Aquila sarebbe risultato “molto più in alto nella classifica se non tra i primi posti in Italia”.
“Affatto convinti dalle doti di veggente dell’assessora, abbiamo effettuato un accesso agli atti dal quale è emerso che nei due bienni nei quali Manuela Tursini ha ricoperto il suo ruolo non si è mai fornita risposta e collaborazione allo studio di Foodinsider e che non si doveva compilare nessun questionario: l’associazione era già in possesso del menù di tutte le scuole esaminate e chiedeva solo di implementare qualora necessario le informazioni “sulla base di dati riscontrabili e oggettivi”. Le mail inviate in questi due bienni avevano sempre l’assessora in indirizzo per conoscenza, addirittura in una mail di sollecito risulta unica destinataria. Dichiarare che i dati utilizzati da una associazione di livello nazionale non siano aggiornati ma vecchi di dieci anni, è soltanto l’inutile tentativo di gettare discredito sull’amministrazione precedente, senza neanche capire che lo studio in questione è nato solo nove anni fa”.
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