Nel magico mondo della Asl aquilana, costretta ad un piano di rientro lacrime e sangue per i debiti milionari maturati in questi anni di mala gestione, afflitta da una carenza oramai cronica di medici e infermieri costretti ad operare in condizioni estreme, privi in alcuni casi persino di materiali e dispositivi, succede che, in piena estate, si assumano tre dirigenti amministrativi – e una quarta assunzione è in arrivo – non per mezzo di un concorso ma attingendo a due diverse graduatorie relative a precedenti concorsi per dirigenti indetti da altri enti.
Lo scrive Nello Avellani Segretario Comunale dell’Aquila del Partito Democratico.
Avete capito bene: la Asl provinciale, invece di effettuare lo scorrimento di una unica graduatoria per tre profili, ha deciso di attingere da due diverse graduatorie, contemporaneamente: una relativa ad un concorso indetto dal Comune dell’Aquila ed approvata il 3 novembre 2023 per un posto da dirigente di area amministrativa e contabile e l’altra relativa ad un concorso indetto dal Consiglio regionale e approvata addirittura il 27 luglio 2021.
Una scelta incomprensibile.
A pensar male, e non vogliamo farlo, verrebbe da dire che si siano ‘scelti’ i candidati giusti; d’altra parte, tra i nuovi dirigenti Asl ci sono profili noti: tra loro, l’assessora al Comune dell’Aquila Manuela Tursini.
Tralasciando per il momento che la Asl, stando a quanto si legge sulla stampa, avrebbe bandito un concorso per la selezione di dirigenti amministrativi nel 2022, non portandolo però mai a compimento, come mai si è deciso di attingere a due diverse graduatorie? Tra l’altro, la graduatoria del concorso bandito dal Consiglio regionale – e da cui è stata assunta l’assessora comunale – era scaduta il 26 luglio 2023, ed è stata poi prorogata per un anno dalla Regione che vi ha attinto proprio agli sgoccioli: una scelta che solleva parecchi dubbi di costituzionalità.
Non solo: il concorso era per dirigenti generici e non per dirigenti amministrativi contabili, come stabilito dal piano di fabbisogno dell’azienda sanitaria.
Eppure, era disponibile un’altra graduatoria ancora aperta – a quanto ci risulta – riferita ad un concorso della Giunta regionale proprio per dirigenti amministrativi contabili: se ciò è vero, come mai non si è attinto a quella specifica graduatoria?
Ricordiamo altresì che la legge 6/2009 di Regione Abruzzo, all’articolo 26/bis, prevede che le Asl abruzzesi – enti strumentali – utilizzino graduatorie vigenti del Consiglio o della Giunta regionale: come mai si è attinto, anche, alla graduatoria del Comune dell’Aquila?
E come mai, ci chiediamo ancora, è stato richiesto persino un parere all’avvocato Celotto per poter attingere a quella specifica graduatoria? Possibile che una Asl, in piano di rientro, incapace di garantire persino la fornitura di dispositivi nei reparti, abbia trovato tempo e risorse economiche per rivolgersi ad un consulente esterno così da dare giustificazione ad una procedura che si sarebbe potuto- e dovuto – evitare?
Infine: il Consiglio di Stato ha chiarito che, prima di attingere da graduatorie di altri Enti, si dovrebbe procedere con un avviso di mobilità: si è proceduto con l’avviso? E se non lo si è fatto, la decisione è stata opportunamente motivata come previsto dalle norme?
Chiediamo alla Asl 1 di revocare, in autotutela, le deliberazioni assunte; intanto, non possiamo non riconoscere come nei concorsi indetti dal Comune dell’Aquila, dalla Regione e da altri enti strumentali, si siano fatte valere professionalità vicine al centrodestra cittadino che, passate da incarichi di staff o in altro modo fiduciario, dimostrano poi le loro competenze vincendo o piazzandosi in posizioni favorevoli per futuri scorrimenti. I casi, in effetti, sono davvero numerosi. Davvero numerosi.
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