Questa volta è toccato alla Commissione Onomastica del Comune dell’Aquila che semplicemente ha dato parere NON favorevole alla richiesta di installazione della targa commemorativa a Ramelli – votata dalla maggioranza nel consiglio comunale dello scorso 12 giugno – motivando la decisione unanime con “la non sussistenza di nessuno dei requisiti fondamentali.”
Cioè la commissione dice che non esiste per Ramelli, ucciso nel 1975, nessun forte legame con la realtà territoriale, né tantomeno si parla di “figure di ampio respiro nazionale od internazionale e in qualche modo rappresentative della comunità”.
La commissione inoltre si è espressa favorevolmente all’intitolazione di uno spazio pubblico alle Vittime del Terrorismo avallando di fatto la proposta fatta dall’opposizione unita in un consiglio comunale infuocato, meglio nota come “emendamento Rotellini”.
Il pronunciamento della commissione non fa che sottolineare la natura ideologica dell’iniziativa della maggioranza, spinta dagli ex Casapound Biondi (il Sindaco dell’Aquila) e Pagliariccio (la consigliera proponente), all’interno di una campagna di respiro nazionale portata avanti dall’estrema destra, nella più ampia operazione di egemonia culturale di cui fa parte anche il Festival del libro che inizierà il prossimo 28 luglio, finanziato dal Comune aquilano con 20mila euro.
Viene da chiedersi quand’è che gli ex Casapound metteranno la testa apposto? Magari decidendosi a occuparsi del bene della città che amministrano piuttosto che continuare a prestarsi a fosche operazioni culturali. Per adesso la testa sembrano averla sbattuta contro una Commissione, i cui componenti, evidentemente, si attengono ai principi antifascisti su cui si fonda la Costituzione.
“Proprio la consigliera Pagliariccio – scrivono tutte le forze di opposizioni con l’eccezione di Azione – decise di bocciare l’ordine del giorno che presentammo come opposizioni, primo firmatario Lorenzo Rotellini, che intendeva impegnare il sindaco a promuovere, in collaborazione con l’ufficio scolastico regionale e provinciale, iniziative per diffondere la conoscenza dei drammatici anni di piombo, e a realizzare ed installare una targa commemorativa per ricordare tutte le vittime della violenza terroristica, così da non alimentare tensioni e così da generare una memoria rispettosa della storia che il paese in quegli anni ha vissuto”.
“Ma la memoria di tutte le centinaia di vittime degli anni di piombo, comprese le forze di polizia, non quindi di una sola, fu proprio il sindaco a scagliarsi con violenza verbale inaudita contro quell’idea, dimostrando, plasticamente, come, in realtà, l’ordine del giorno su Ramelli sia stato un vero e proprio atto politico di natura ideologica” concludono nella nota i consiglieri Lorenzo Rotellini, Paolo romano, Stefania Pezzopane, Gianni Padovani, Stefano Palumbo, Simona Giannangeli, Alessandro Tomassoni e Stefano Albano.
[…] Solo ieri una parte di città aveva pensato ci fosse una Commissione a Berlino, cioè qualcuno nelle istituzioni che, facendo semplicemente il proprio lavoro, avesse individuato il dispositivo ideologico – e quindi fortemente propagandistico e divisivo – insito nella proposta di intitolare all’Aquila una targa a Sergio Ramelli, ucciso da un gruppo di estremisti di avanguardia operaia nel 1975. […]
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[…] Solo ieri una parte di città aveva pensato ci fosse una Commissione a Berlino, cioè qualcuno nelle istituzioni che, facendo semplicemente il proprio lavoro, avesse individuato il dispositivo ideologico – e quindi fortemente propagandistico e divisivo – insito nella proposta di intitolare all’Aquila una targa a Sergio Ramelli, ucciso da un gruppo di estremisti di avanguardia operaia nel 1975. […]