L’Aquila, PD su impianto recupero fanghi a Sassa: “Ferma contrarietà, impatto disastroso”

L’Aquila, PD su impianto recupero fanghi a Sassa: “Ferma contrarietà, impatto disastroso”
03 Set 2024

“Ieri abbiamo partecipato all’affollata assemblea pubblica organizzata dall’Aduc di Preturo per discutere del progetto di realizzazione di un impianto per il recupero dei fanghi derivanti dal trattamento di reflui civili nel nucleo industriale di Sassa”, dichiarano, in una nota, Giacomo Carnicelli, consigliere provinciale e segretario del circolo PD di Tornimparte, Nello Avellani, segretario dell’Unione comunale PD L’Aquila, Valentina Raparelli, segretaria del circolo PD di Scoppito, Quirino Crosta, segretario del circolo PD di Sassa, Roberto Ioannucci, segretario del circolo PD di Pizzoli.

“In quella sede – continuano – abbiamo ribadito la nostra ferma contrarietà all’intervento, proposto da una impresa privata, depositato in Regione Abruzzo e comunicato a Provincia e Comune dell’Aquila”.

“Parliamo di un impianto che sorgerebbe su un’area di 9300 mq, per il trattamento di 20mila tonnellate di fanghi; altro che sperimentale, come si legge nel progetto: la sperimentazione si fa su piccole quantità. Qui parliamo di un impianto assolutamente sovradimensionato che, come viene indicato nella individuazione del sito, sarebbe baricentrico tra Roma e Pescara, con l’idea di raccogliere a Sassa i fanghi dell’area costiera abruzzese e del Lazio. Non si può certo parlare di economia circolare”.

“Segnaliamo che, al momento, non ci sono impianti di queste dimensioni in Italia.

“D’altra parte, è vero che il sito indicato si trova in un nucleo industriale, quello di Sassa, così come prevede la normativa per impianti di questo tipo, ma la verità è che non c’è più nulla di industriale a Sassa: non ci sono impianti o fabbriche bensì attività commerciali, artigianali, manifatturiere oltre che uffici. Attività incompatibili con un impianto industriale per il trattamento di fanghi reflui. Così come l’impianto sarebbe incompatibile con le aziende agricole di eccellenza che insistono in zona, con l’area archeologica di Amiternum poco distante; così come sarebbe incompatibile con la scuola nazionale dei Vigili del Fuoco, che dovrebbe sorgere nel progetto Case di Sassa NSI, a pochi metri dall’area individuata per installare l’impianto”.

“È evidente come il contesto sia vocato a tutt’altra destinazione: un impianto del genere avrebbe un impatto socioeconomico ed ambientale disastroso. Si pensi soltanto al traffico di mezzi pesanti che percorrerebbero, ogni giorno, strade già ingolfate dal traffico locale e nient’affatto adeguate ad un transito intensivo di camion”.

“Ricorderete che, 25 anni fa, sul medesimo sito l’allora giunta Tempesta tentò di far installare un impianto di stoccaggio rifiuti: se quella zona non fu ritenuta adatta allo scopo allora, a maggior ragione non lo è oggi, vista la densità abitativa e commerciale. La verità è che l’impatto odorigeno e lo sversamento delle acque reflue sarebbero elevati, la svalutazione di terreni e fabbricati immediata”.

“Aggiungiamo un ulteriore elemento di preoccupazione: l’impianto in questione si avvarrebbe della tecnologia HTC, ossia di un processo termo-chimico basato sulla carbonizzazione idrotermale a temperature e pressione controllate dei rifiuti organici. Quindi non solo fanghi. Impianti del genere possono trattare anche materiali più pericolosi o più impattanti, servono anche a separare le sostanze inquinanti dai rifiuti organici. E se l’iniziativa imprenditoriale, che è di privati cittadini, ad un certo punto dovesse sterzare per ragioni economiche e andare verso una diversificazione delle linee di produzione? È piena facoltà di un qualunque imprenditore valutare di differenziare la produzione della propria industria anche se questo dovesse comportare un aggravio dell’impatto ambientale in termini di inquinanti”.

“La preoccupazione aumenta se è vero che il soggetto proponente non ha alcuna competenza, alcun know-how specifico in materia e, dunque, si presume che si occuperebbe della progettazione per poi affidare la gestione ad un soggetto altro. A chi? E come mai, fino ad ora, il Comune dell’Aquila non ha dato il suo parere all’impianto? Un impianto del genere, di trattamento fanghi, per la tecnologia che utilizza ed il servizio che svolge, dovrebbe essere gestito dal pubblico, attraverso una sua partecipata”.

“Il silenzio dell’amministrazione comunale, e del sindaco Biondi in particolare, ci inquieta.

“Ieri, intervenendo all’assemblea, il consigliere comunale di maggioranza Livio Vittorini ha rassicurato la sala spiegando che la maggioranza di centrodestra al governo della città è contro la realizzazione dell’impianto”.

“Ci auguriamo che la presa di posizione di Vittorini sia realmente condivisa, e che l’amministrazione comunale si attivi immediatamente con azioni conseguenti. A tal proposito, è bene tenere a mente che le comunità vanno costantemente informate e messe in condizione di partecipare alle politiche di gestione del proprio territorio. Vittorini ha spiegato che l’amministrazione non era a conoscenza dell’intervento che si stava proponendo in Regione: non sappiamo cosa sia più grave, se il fatto che non ne sapesse nulla o se, pur avendolo saputo in ritardo, non abbia fatto nulla per attivarsi presso le comunità coinvolte fornendo informazioni e attivando un primo ciclo di partecipazione che invece si è attivata spontaneamente e col supporto dell’Aduc di Preturo”.

“Il tempo stringe, bisogna agire immediatamente: bene l’impegno bipartisan, dei consiglieri comunali presenti all’assemblea, sulla convocazione di una conferenza dei capigruppo e di una Terza commissione consiliare. Ma serve una mobilitazione dal basso, per evitare il peggio”.

“Fin d’ora, il Partito democratico nelle sue articolazioni territoriali è pronto a sostenere la legittima battaglia delle cittadine e dei cittadini di Sassa e Preturo, sperando che l’opposizione ad un impianto così impattante sia espressa da tutta la città. Oltre la politica, oltre gli steccati politici”, concludono gli esponenti del PD.


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