di Fabio Pelini
Rispetto a città più grandi e caotiche, la qualità della vita ha da sempre fatto la fortuna di molti centri italiani di provincia. L’Aquila è senz’altro tra questi. Potersi spostare tra le varie zone della città in poco tempo permette di coltivare, oltre all’attività lavorativa, vari altri interessi durante la giornata. Capita sempre più frequentemente, però, di restare intrappolati nel traffico, avvolti da lunghe code e ingorghi stradali un tempo sconosciuti. È quello che gli aquilani stanno sperimentando in questi giorni. Impianti semaforici provvisori spuntano un po’ dappertutto, creando nelle ore di punta – negli orari di entrata e di uscita dalle scuole e all’approssimarsi dei pranzi e delle cene soprattutto – blocchi e intasamenti degni di agglomerati urbani ben più grandi del nostro.
Lavori in corso sono al momento in itinere su via Antica Arischia, viale Aldo Moro, via XX settembre, via della Stazione e da ieri pure su via da Vinci. Per allargare il raggio d’azione, potremmo citare anche quelli sulla statale 17 bis direzione Sassa e sulla statale 80, con gli ormai immancabili e temutissimi semafori temporanei. Di questi tempi, arrivare in centro dalla zona ovest, quella che più si è antropizzata negli ultimi trent’anni, è diventata una via crucis, per chi era abituato a muoversi in maniera agile da una parte all’altra della città territorio. Per chi arriva da Sassa, Coppito o Cansatessa, tanto per citare alcune delle tratte più battute, arrivare in centro o nei poli scolastici più frequentati come Colle Sapone, risulta talvolta quasi un’ordalia. Lasciamo stare, per carità di patria, chi ha l’ardire di avventurarsi su via XX settembre, direzione periferie: in alcune fasce orarie, tanto vale allungare il tragitto, transitando per la Mausonia.
Ora, nessun lavoro in corso è frutto di volontà goliardica o peggio sadica, ma certo un minimo di programmazione nell’avviare lavori che impattano sulla vita delle persone non guasterebbe. Anni fa esisteva una delega nell’ambito del governo cittadino aquilano che si prefiggeva come mission l’organizzazione dei tempi e degli orari della città, in un virtuoso rapporto con la mobilità, tanto privata quanto pubblica, proprio per impiegare al meglio la risorsa più importante di cui disponiamo, il tempo.
Oggi, di questo aspetto tutt’altro che marginale non si occupa più nessuno. Eppure, basterebbe una minima attività pianificatoria per migliorare la qualità della vita di chi, per necessità o per scelta, ha individuato nel capoluogo abruzzese il suo luogo del cuore.
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