Ieri sera, il corpo senza vita di un giovane è stato rinvenuto tra le sterpaglie nel parco Baden Powell di Pescara, con evidenti ferite da arma da taglio. I soccorritori non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul luogo è intervenuto anche il capo della procura di Pescara, Giuseppe Bellelli, e le indagini sono condotte dalla Polizia del capoluogo adriatico.
La vittima non aveva documenti con sé. Il pubblico ministero del Tribunale dei minori di L’Aquila, David Mancini, ha confermato che si tratta di omicidio. Sul posto è arrivata anche un’altra magistrata del tribunale dei minori. Il corpo presenta ferite compatibili con coltello da sub.
Secondo le prime informazioni, i soccorritori del 118 avrebbero ricevuto una chiamata intorno alle 21 di domenica sera: il ragazzo, di origini albanesi, è stato trovato con il viso rivolto a terra, tra l’erba alta. Attualmente la pista più accreditata è quella della droga. L’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite.
Ci sono due ragazzi fermati: si tratta di due minorenni, uno dei due figlio di un comandante dei carabinieri della stazione locale, l’altro figlio di un noto avvocato pescarese. I due minorenni sono in questura per gli interrogatori.
L’accoltellamento sarebbe scaturito da una lite, ma è ancora da valutare quale sia stato il motivo scatenante, anche se sembrerebbe dalle prime ipotesi che, alla base della colluttazione, ci sia stato un debito di poche centinaia di euro, legato allo spaccio di droga. I fatti risalgono a ieri pomeriggio. Il corpo del ragazzo, affidato alla nonna e figlio di genitori albanesi che non risiedono in Italia, presentava ferite da taglio. Subito dopo i fatti, secondo quanto emerso fino ad ora, i due ragazzi fermati sarebbero andati a fare il bagno al mare e in quel momento si sarebbero disfatti del coltello utilizzato.
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