Maxi-sequestro nel Chietino: Oltre 50 tonnellate di miele “bio” irregolare e 12 tonnellate di mangimi non certificati svelano l’inganno dello zucchero nell’apicoltura.
CHIETI, 9 Novembre 2025 – Un’operazione congiunta dei Carabinieri Forestali del Nipaaf di Chieti e del nucleo di Villa Santa Maria ha squarciato il velo su una vasta frode che mina la fiducia dei consumatori nel settore del miele biologico. L’indagine, coordinata dalla Procura di Lanciano, ha portato al sequestro di oltre 50 tonnellate di miele etichettato con la dicitura “bio” ma prodotto in palese violazione della rigorosa normativa dell’Unione Europea.
Ma la scoperta più allarmante riguarda il “carburante” delle api: i militari hanno messo sotto sequestro anche 12 tonnellate di sostanze zuccherine e mangimi non certificati biologici, privi di documentazione e tracciabilità. Questi materiali erano destinati all’alimentazione degli sciami in alveari che, paradossalmente, risultavano registrati come biologici.
Il cuore della frode risiede nella violazione del Regolamento UE 2018/848, che impone l’utilizzo di mangimi certificati biologici solo in circostanze eccezionali – come carestie o rischi per la sopravvivenza delle colonie – e sempre con la massima trasparenza. Le sostanze sequestrate venivano invece usate come alimentazione ausiliaria, aggirando il disciplinare di produzione che garantisce la purezza e la qualità del miele “bio”. Un’irregolarità che, di fatto, nega al prodotto la certificazione.
Il sequestro non è solo una cifra, ma il segnale che il consumatore che cerca il biologico deve essere tutelato con la massima severità contro chi specula sulla qualità e sulla salute.
L’operazione ha rivelato un quadro di irregolarità ancora più ampio. Nel corso dei controlli, sono emerse gravi violazioni igienico-sanitarie in alcuni locali adibiti alla lavorazione. A questo si aggiunge un ulteriore sequestro amministrativo di 300 chilogrammi di miele “fantasma”, stoccato in contenitori non conformi, completamente privo di tracciabilità e delle obbligatorie registrazioni di provenienza e destinazione, essenziali per la sicurezza alimentare.
Il reato ipotizzato è la frode nell’esercizio del commercio e l’uso illecito di certificazioni biologiche. Per una delle aziende coinvolte, le conseguenze sono state immediate e draconiane: l’autorità sanitaria ha disposto la sospensione immediata dell’attività produttiva, un provvedimento scattato a seguito delle gravi violazioni e delle pregresse irregolarità amministrative.
Le indagini, sotto l’egida della Procura di Lanciano, non si fermano: proseguono senza sosta per accertare tutte le responsabilità, con l’obiettivo di tracciare e smascherare l’intera rete di operatori coinvolti nella filiera, garantendo che chi ha barato sulla salute e sulla qualità paghi per le sue azioni. La vicenda riaccende i riflettori sulla fragilità della filiera biologica e sulla necessità di controlli sempre più serrati a tutela di apicoltori onesti e dei consumatori.
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