In un momento in cui il tema della sicurezza occupa molto spazio nel dibattito pubblico cittadino, ospitiamo l’intervento delle Comunità socio-educative dell’Aquila, che tentano di inquadrare il problema in un contesto più ampio. Ecco le loro parole.
Nella nostra città, da anni, le strutture socio-educative operano instancabilmente con l’obiettivo di offrire sostegno ai giovani in condizioni di fragilità sociale. Questi centri, animati da équipe multidisciplinari composte da assistenti sociali, psicologi ed educatori, rappresentano un punto di riferimento essenziale per il recupero e l’integrazione di ragazzi che, altrimenti, rischierebbero di rimanere ai margini della società.
Ogni giorno, i nostri professionisti lavorano in prima linea per aiutare i giovani a scoprire le proprie risorse, a rispettare gli altri e le regole comunitarie, e a trovare la propria strada nel mondo degli adulti. Affrontando le complessità della crescita e delle problematiche giovanili, cercano di trasformare i punti di forza individuali in opportunità concrete e le difficoltà in occasioni di crescita e cambiamento. È un impegno continuo, quotidiano e spesso difficile, ma che ha permesso, nel corso degli anni, di accogliere centinaia di minori in condizioni di abbandono o di fragilità sociale.
Ovviamente, i limiti normativi del nostro raggio di azione ci impediscono di essere completamente efficaci quando presso di noi vengono collocati minori che hanno commesso reati, anche gravi, e per i quali la struttura socio-educativa dovrebbe arrivare alla fine del percorso di riabilitazione e non all’inizio.
Il monitoraggio delle comunità avviene attraverso diverse istituzioni. Leggiamo che mancano i controlli e francamente rimaniamo sorpresi, essendo sottoposti, legittimamente, a ispezioni ordinarie e straordinarie da parte della procura, del Comune e delle forze dell’ordine.
Le nostre comunità lavorano incessantemente per predisporre e realizzare interventi centrati sul minore, attraverso relazioni educative e azioni concrete mirate a sviluppare senso di responsabilità, autonomia e autostima nei ragazzi. L’obiettivo è ridurre i fattori di rischio legati al disagio e alla devianza giovanile, creando un ambiente sicuro e di supporto che favorisca la crescita personale e sociale.
Va sottolineato che le nostre strutture operano con autorizzazioni al funzionamento provvisorie, in quanto la regione Abruzzo non dispone di una legge regionale di accreditamento. Pertanto, come previsto dalla normativa nazionale, sono i comuni a rilasciare tali autorizzazioni. In particolare, il comune dell’Aquila applica un disciplinare molto rigido in termini di dotazione di personale e servizi offerti, garantendo così standard elevati di qualità.
È dunque spiacevole e ingiusto che la speculazione politica contro di noi provenga da chi, per anni, è stato sensibile alle questioni legate all’accoglienza e alle difficoltà che le nostre strutture affrontano quotidianamente. Le nostre équipe non chiedono altro che continuare a svolgere il loro lavoro con la dedizione e l’impegno di sempre, nella speranza di costruire un futuro migliore per i giovani che assistiamo.
In conclusione, l’importanza del nostro lavoro e la necessità di un supporto costante da parte delle Istituzioni non possono essere messe in dubbio. Solo attraverso una collaborazione sincera e continua possiamo sperare di fare la differenza nella vita di questi giovani, offrendo loro le opportunità che meritano per un futuro sereno e prospero.
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