Dopo le polemiche seguite al flashmob del 25 aprile, il collettivo di CaseMatte L’Aquila ha diffuso questa mattina il video dell’azione messa in atto per denunciare il genocidio a Gaza e “portare alla luce la conclamata complicità del Carrefour, così come di altre aziende, nel sostegno al progetto sionista di occupazione, apartheid e genocidio ai danni della popolazione palestinese”.
Di seguito, la nota completa e il video affinché ognuno possa farsi un’idea più precisa di quanto realmente accaduto.
“Dopo aver letto gli articoli scritti da varie testate giornalistiche in merito al flashmob spontaneo svoltosi ieri in occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione dal Nazifascismo, alleghiamo un video autoesplicativo del flash mob, partito da Piazza IX Martiri in maniera del tutto spontanea, atto a smuovere le coscienze e portare alla luce la conclamata complicità del Carrefour, così come di altre aziende, nel sostegno al progetto sionista di occupazione, apartheid e genocidio ai danni della popolazione palestinese (https://bdsitalia.org/index.php/campagne/carrefour qui il link della pagina Boicotta Carrefour).
Il flashmob, in linea con altre azioni di protesta condotte in altre parti d’Europa e del mondo, ha simulato un corteo funebre silenzioso per denunciare le atrocità del genocidio a Gaza. In alcuni articoli sono state riportate narrazioni false e calunnie. Queste, sono state diffuse senza verifica né interlocuzione alcuna da giornalisti, esponenti politici e dall’ANPI generando una gogna mediatica pericolosa e strumentale, funzionale a distorcere completamente il senso e la pratica di un momento di raccoglimento e protesta pacifica. Nessun imbrattamento, nessuna interruzione di servizio né di entrata, nessuna irruzione dato che le porte erano aperte, nessuna aggressione, insulti, né minacce al personale come è stato a gran voce scritto e diffuso, solo una sfilata composta durata pochi minuti.
E non c’era giorno migliore per farlo del 25 aprile, come i partigiani che in Italia hanno lottato per la liberazione dal nazifascismo i palestinesi ogni giorno da più di 75 anni resistono al regime sionista. Quanto invece alla rivendicazione da parte del titolare di lavorare e offrire un “servizio pubblico” durante la giornata del 25 aprile, ci sentiamo solo di esprimere solidarietà al personale che deve lavorare anche durante le festività.
Nel momento storico che stiamo vivendo ci sembra paradossale dover spiegare una dimostrazione pacifica e doverci difendere da accuse assurde e strumentali, volte ad oscurare la reale finalità dell’azione. Crediamo fermamente di essere dalla parte giusta della Storia. Se altri si limitano a commemorazioni rituali ed istituzionali che non parlano di quanto il presente sia sempre più carico di guerra, fascismo e genocidio, noi rivendichiamo la nostra volontà di manifestare con le pratiche che riteniamo necessarie, per sbattere in faccia la triste realtà che tiene tutti e tutte a bagno come sobrie rane bollite.
In conclusione, il nostro flash mob ha ricevuto il silenzio e gli occhi bassi della maggior parte delle persone che erano in strada, applausi e sostegno da parte di altre. Le immagini che ci arrivano dalla Palestina ci mostrano l’estrema violenza perpetrata da militari e civili israeliani contro la popolazione palestinese. Se quattro fantocci di stoffa sporcati di vernice rossa fanno tanta impressione è perché quotidianamente si chiudono gli occhi di fronte al fatto che stiamo permettendo questo genocidio”.
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