Classifica Università Censis, le precisazioni del rettore Univaq

Classifica Università Censis, le precisazioni del rettore Univaq
27 Lug 2024

In merito alla classifica Censis delle università italiane 2024/2025 pubblicata sul sito dell’istituto di  ricerca e ripresa dagli organi di stampa, nella quale l’Università dell’Aquila risulta molto in basso  nella graduatoria dei medi atenei statali con il punteggio di 81,8, il rettore Edoardo Alesse precisa  quanto segue. 

“Partendo dall’osservazione che, nella classifica Censis, la valutazione inerente l’Università  dell’Aquila si discosta sensibilmente da quella ottenuta in altri report, come quello di AlmaLaurea,  che in altri ranking, anche internazionali, a cui il nostro ateneo partecipa ed i cui risultati sono visibili  sul sito ufficiale – come Times Higher Education e Green Metric – è evidente che qualcosa non  funziona in questo modo di giudicare gli atenei e spero che questa mia posizione sia condivisa anche  dagli altri rettori delle università abruzzesi”.  

“Il ranking Censis, infatti, è solo in parte una valutazione della qualità scientifica e didattica, ossia  istituzionale, degli atenei. Se si vanno ad esaminare analiticamente e nel dettaglio gli indicatori usati  dall’istituto, si può notare come le voci in cui UnivAQ ottiene un basso punteggio siano le borse di  studio, i servizi e le strutture, tutte materie la cui competenza pertiene ad altri enti. Su questi parametri,  com’è noto, le università hanno, solo marginalmente, capacità di incidere con proprie risorse”.  

“A tal proposito voglio solo ricordare la situazione drammatica che ha afflitto, negli ultimi anni,  l’Adsu L’Aquila, l’Azienda per il diritto allo studio che eroga le borse e gestisce servizi essenziali  come mense e residenzialità studentesca; situazione che speriamo venga superata dopo la recente  nomina, da parte della Regione, del commissario Paolo Costanzi. Per quanto riguarda le strutture,  siamo fortemente penalizzati dal fatto che, da più di quindici anni, ormai, decine di migliaia di metri  quadri di aule, laboratori e biblioteche sono indisponibili perché ancora inagibili. Basti pensare a  Palazzo Carli, all’edificio di via Assergi, all’ex ospedale San Salvatore e al blocco storico di Roio.  Per tutte queste sedi, i lavori non sono ancora partiti e non certo per responsabilità dell’ateneo, che  non è la stazione appaltante per gli interventi di recupero e ristrutturazione, pur avendo profuso, in  questi anni, un impegno enorme affinché le opere necessarie potessero essere avviate


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