di Fabio Pelini
Era il luogo privilegiato per trascorrere gli oziosi pomeriggi della primavera universitaria, ma anche il refugium peccatorum degli studenti desiderosi di saltare insidiose interrogazioni. Con una visione più ampia, è uno dei due grandi parchi cittadini, di quelli che possono fare la differenza tra il vivere bene e il vivere meglio.
Ma a volerlo vivere come una volta, nel fine settimana che ci siamo lasciati alle spalle, deve essere risultata una bella sfida, se agli occhi degli avventori si è presentato quel che si vede dalle foto: più che il Parco del Sole, sembra la Selva Lacandona. Eppure le premesse c’erano eccome: un weekend di caldo cocente, una primavera incerta che al momento giusto aveva assunto le sembianze di un’estate nel vivo del suo splendore. E allora, quale occasione migliore per tante ragazze e ragazzi della nostra città quella di poter gustare la compagnia di un amico o di una fidanzata, sdraiati al sole, a pochi passi dal cuore della città?
I sogni son desideri recitava una vecchia canzone in voga tra i boomer, ma il desiderio di poter fruire di un grande spazio pubblico non dovrebbe rappresentare qualcosa da sognare, in una comunità che funzioni secondo le logiche del bene comune. Una comunità, peraltro – è sempre bene ricordarlo – reduce da terremoto prima e pandemia poi.
Nessun giudizio definitivo, sarebbe ingeneroso. Anzi, ne siamo certi, si è trattato solo di una congiuntura sfavorevole, che però fa il paio con un’altra, evidentemente: pure lo storico pratone davanti alla Basilica di Collemaggio è da tempo inservibile. Sicuramente, per diventare più bello ma, se l’obiettivo è approntarlo in vista degli spettacoli della Perdonanza, quando verrà calpestato e preso d’assalto da migliaia di persone, passati gli spettacoli che si farà? Si ripartirà con i lavori di ripristino, come una moderna tela di Penelope?
Chissà, forse tutto questo ha una logica, ma intanto uno degli spazi pubblici più frequentati nella stagione calda è parzialmente inagibile. E in una città che si interroga sugli episodi sempre più frequenti di disagio giovanile e abuso di alcool non è proprio il massimo delle risposte da offrire.



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