L’ultimo incidente di caccia in Abruzzo, che ha visto coinvolto un agricoltore ferito nella località di Castellana a San Vito Chietino, ha riacceso i riflettori sul tema della sicurezza legata all’attività venatoria. Questo episodio ha portato il WWF a presentare dati allarmanti sulla stagione venatoria 2022/23 in Italia, sottolineando che la caccia ha causato la morte di 22 persone e ferito altre 57.
L’associazione animalista ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla crescente pericolosità di un’attività ludica che, a loro avviso, è non solo inutile ma anche estremamente rischiosa. Il continuo ricorso alla caccia come mezzo per gestire la presenza di cinghiali è stato fortemente criticato, poiché secondo il WWF non risolve il problema, ma anzi lo aggrava.
Il recente incidente che ha coinvolto un agricoltore di 34 anni mentre lavorava nel suo terreno a San Vito Chietino ha sollevato diverse questioni sulla sicurezza dell’attività venatoria. In particolare, è stato evidenziato il comportamento irresponsabile del cacciatore, il quale, secondo quanto riportato dalla stampa, si è allontanato senza fornire le sue generalità, cercando così di sottrarsi alle indagini.
Secondo i dati forniti dall’associazione “Vittime della caccia”, nella stagione venatoria 2022/23 in tutta Italia sono stati uccisi 13 cacciatori (1 in Abruzzo) e 9 non cacciatori, mentre sono stati feriti 44 cacciatori (1 in Abruzzo) e 13 non cacciatori, per un totale di 79 persone rimaste uccise o ferite nei circa 5 mesi della stagione venatoria. Un numero impressionante che solleva interrogativi sulla sicurezza di un’attività apparentemente ludica.
Il WWF ha anche evidenziato la mancanza di controlli sul territorio, affermando che ciò rende molti cacciatori sempre più arroganti nei confronti dei proprietari di terreni e case isolate. La carenza di corsi per guardie venatorie volontarie e la riduzione delle forze dell’ordine territoriali contribuiscono a un ambiente in cui la caccia diventa più pericolosa per cittadini, agricoltori ed escursionisti.
Il WWF ha invitato la Regione Abruzzo a seguire l’esempio di altre regioni, istituendo polizie regionali per garantire un controllo più efficace sull’attività venatoria. Inoltre, ha sollecitato una revisione delle politiche regionali sulla caccia, sottolineando che l’espansione dei periodi di caccia potrebbe aumentare il rischio di incidenti e danni all’agricoltura anziché diminuirli.
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