di Melania Aio
Un centro storico che vuole tornare a vivere, vecchie case pronte a rinascere e un’amministrazione comunale che scommette su chi ha voglia di ricominciare. A Bucchianico, comune di poco meno di 5.000 abitanti situato sulle colline tra Chieti e i calanchi, parte ufficialmente il progetto “Case a 1 euro”: un’azione concreta per riportare gente, attività e idee tra vicoli e piazze sempre più silenziosi.
L’iniziativa, approvata con delibera del Consiglio comunale il 10 luglio, si rivolge ai proprietari di immobili in stato di abbandono che non hanno intenzione di recuperarli e che, al contrario, vivono la loro proprietà come un peso economico. A loro l’appello del Comune: cedeteli simbolicamente a un euro, perché possano trovare nuovi proprietari pronti a ristrutturarli e riportarli in vita.
Non è solo una questione di muri da rifare o tetti da sistemare. Si tratta di creare le condizioni per una rinascita vera del centro storico, un tempo cuore pulsante del paese e oggi segnato dal progressivo spopolamento. Le bellezze non mancano: il Santuario di San Camillo De Lellis, le antiche tradizioni come la Festa dei Banderesi, il paesaggio collinare che circonda il borgo. Ma servono nuove energie, nuove storie da scrivere.
Bucchianico guarda a ciò che già è stato fatto altrove, dove iniziative simili hanno dato buoni frutti. Uno dei primi borghi in Abruzzo ad aver conquistato visibilità internazionale con un modello di rilancio centrato sull’ospitalità diffusa e il recupero sostenibile è stato Santo Stefano di Sessanio, nell’Aquilano. Qui, oltre alle case a un euro, il Comune ha lanciato un bando rivolto a giovani under 40, italiani e stranieri, disposti a trasferirsi stabilmente nel borgo per avviare attività imprenditoriali. Il bando prevedeva contributi a fondo perduto, un sostegno economico per tre anni e l’assegnazione agevolata di immobili comunali. Una strategia che ha attirato decine di candidature da tutta Europa, rendendo Santo Stefano un esempio virtuoso di rigenerazione in aree interne.
A Casoli, borgo noto per il Castello Ducale, il progetto si è intrecciato con attività culturali e artistiche, creando un ecosistema dinamico. Sono stati avviati workshop, residenze d’artista e collaborazioni con associazioni culturali per incentivare una nuova forma di turismo esperienziale e attrarre professionisti del settore culturale. L’idea è stata quella di non limitarsi alla riqualificazione edilizia, ma di stimolare un’interazione attiva tra nuovi arrivati e comunità locale. Altre esperienze analoghe hanno riguardato Lecce nei Marsi, Canistro, Penne e Pratola Peligna, paesi che hanno abbinato la vendita simbolica a incentivi fiscali, supporto alle imprese e agevolazioni per chi apre botteghe o laboratori artigianali.
La sfida, per Bucchianico, è riportare vita nei luoghi svuotati e renderli di nuovo utili, abitati, frequentati. È un invito rivolto a chi vuole cambiare aria, a chi sogna di vivere in un piccolo borgo autentico, o a chi vede nelle case abbandonate un’occasione di investimento o di realizzazione personale.
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