Clamoroso al Gran Sasso: L’Aquila strappa la vittoria (2-1) e recupera due punti al Campobasso

Clamoroso al Gran Sasso: L’Aquila strappa la vittoria (2-1) e recupera due punti al Campobasso
21 Apr 2024
di Alessandro Tettamanti

L’Aquila finora non era mai riuscita, tra le mure amiche, a ripassare in vantaggio una volta raggiunta. Banegas, oggi contro lo United Riccione, ci ha messo pochissimo a timbrare il cartellino del suo 16esimo gol stagionale, portando avanti i rossoblù già dopo tre minuti. Eppure dopo un primo tempo terminato  stringendo i denti per mantenere il risultato, al 9’ della ripresa è arrivavato il pareggio di Syku  sugli sviluppi di un calcio d’angolo .

Sarebbe potuta essere dunque una domenica di rimpianti simile a tante altre, come quella contro il Chieti o il Senigallia, solo per non andare troppo lontano. Invece al 20’ della ripresa un ragazzo nato nel 2005, che si è fatto spazio di forza nel dream team di Cappellacci delle ultime 9 gare – in cui con il 3-4-3 sono arrivate ben otto vittorie su nove partite  – chiama la palla al Pocho Banegas, invitandolo a servirlo a sinistra sul secondo palo. Di Santo – che domenica scorsa aveva stretto i denti per tutto il secondo tempo per evitare che il Vastogirardi  sfondasse sulla destra –  è lì, la controlla col sinistro, se la porta sul destro e intravede uno spiraglio di quelli quasi inimmaginabili, con la palla che termina sul secondo palo come un colpo da biliardo che fa restare il potere Romagnolo fermo a guardare, mentre la sfera, senza neanche troppa potenza, supera la linea.

Il Gran Sasso allora esplode di nuovo, per l’ennesimo orgasmo stagionale, forse il più inaspettato, forte e profondo. Multiplo, perché subito dopo arriva la notizia del pareggio del Notaresco a Campobasso.

Fino a questo momento la cabala impazzita del girone F aveva dato il distacco dell’Aquila dalla prima posizione da -4, da cui partiva, prima a -2 (con il vantaggio di Banegas e lo 0-0 in Molise), poi a -6 (col pareggio del Riccione e il vantaggio del Campobasso), per poi tornare nuovamente e clamorosamente a -2.

Ormai si misura così la passione aquilana, come i gradi sotto zero che son tornati intorno la città in questa strana coda di aprile, in cui L’Aquila trova la quinta vittoria consecutiva che Cappellacci definirà “immeritata” , ma la trova, di fronte un gran bel Riccione arrivato in Abruzzo a fare una gran partita, vera, che avrebbe meritato di pareggiare, anche per migliorare la sua deficitaria situazione di classifica, che lo condanna praticamente a disputare i play out.

A fine match dunque ambiente, quello locale, quasi incredulo, di certo in estasi, come fosse caduto in uno stato ipnagogico, tra sogno e realtà, visto che quello che sarebbe dovuto succedere domenica scorsa – quando il Campobasso giocava a San benedetto – è accaduto oggi, grazie ad un caparbio Notaresco che al 90’ addirittura colpisce la traversa sfiorando il vantaggio.

Adesso L’Aquila andrà a Termoli, che ha ancora bisogno di almeno un punto per salvarsi senza play out e che all’ultima andrà a Campobasso a giocarsi un derby che potrebbe essere decisivo per la classifica finale, mentre domenica prossima il Campobasso andrà ad affrontare il Chieti, oggi battuto malamente a Monterotondo.

Per L’Aquila intanto, con la vittoria di oggi, secondo posto matematico e +10 dalla Sambenedettese, terza. 

Il primo posto invece fa parte di quella materia onirica che nessuno vuole svelare perché nessuno vuole svegliarsi del tutto, ma che trapela nei cori di tutto lo stadio, che portano avanti questa L’Aquila di Cappellacci, per cui chissà il Dio del calcio quali piani ha in mente.

Di certo L’Aquila oggi è apparsa un po’ stanca. Non è facile vincere cinque partite di seguito e confermarsi dopo un match stancante come quella di Vastogirardi. Ancor più dura sarà continuare con questa passo nelle ultime due gare. Per farlo, ai rossoblù, serve qualcosa in più della somma dei singoli o della sola squadra in sé, serve il supporto di una città intera che si vuole riscattare, oltre a un bel po’ di cattiveria agonistica e qualche altra stella al posto giusto.

Ma veniamo alla cornaca della partita di oggi, con L’Aquila che parte senza Giuliodori e Origlio che vengono rimpiazzati da Mantini ed Orsi.

Al 3’ arriva subito il gol. Lancio di Alessandretti sulla destra per Banegas che sfonda e va al traversone respinto dalla difesa, la sfera poi t0rna sui piedi del 10 che di prima intenzione la piazza sul palo opposto. 

Al 9’ Michielin, l’eroe di Vastogirardi, risponde alla grande sull’ottima punizione di Maio.

Al 18’ il Riccione la mette dentro con Maio, ma solo dopo che l’assistente aveva alzato la bandierina per segnalare che la palla del potenziale assist aveva già oltrepassato la linea di fondo.

Al 18’ Orsi non ci crede abbastanza sul traversone morbido di Banegas che scavalca tutta la difesa ospite.

Al 20′ la palla giunge profonda a Marcheggiani che da buona posizione tira alto davanti a Rossi. 

Al 32’ Cappellacci anticipa le sue mosse e fa uscire Orsi per far entrare Del Moro (“sapevo che  questi giocatori avevano una 30ina di minuti nella gambe e ho pensato ad una staffetta” dirà Mister Cappellacci in sala stampa).   

Al 35’ Banegas viene ammonito per un fallo  in attacco.

Due minuti dopo l’argentino sfiora la doppietta che però viene sventata dall’intervento miracoloso di  Ramires che all’ultimo riesce a metterci la gamba e fermare in calcio d’angolo il tiro del Pocho, arrivato al limite dell’area dopo una percussione delle sue, iniziata dalla tre quarti. 

Dal calcio d’angolo successivo Alessandretti la mette di poco fuori svettando di testa.

L’Aquila un po’ sprecona  non riesce a sfruttare le occasioni per chiudere la partita.

Al 40’ Diodato conclude debole di testa su Michielin che para, dopo una bella azione corale del Riccione. 

Nel secondo tempo L’Aquila non scende bene in campo, col Riccione che ricomincia da dove aveva finito, mettendo i rossoblù sotto pressione.

Al 9’ arriva così il gol dell’1-1 che era nell’aria. Calcio d’angolo per i romagnoli, Maio fa la sponda sul secondo palo e la mette al centro per  Syku  che in tuffo di testa la mette alle spalle di Michielin. 

L’Aquila prova riorganizzarsi. Lo fa soprattutto grazie ai suoi uomini d’esperienza su cui spiccano la voglia di lottare di Del Pinto e Brunetti. Così al 20′ Angiulli cambia gioco per Banegas sulla destra che sceglie di rimettere la palla sul secondo palo per Di Santo. La giocata del giovane romano proveniente dalla primavera dell’Inter e della Salernitana è da campione. In pratica si inventa il gol della vittoria scegliendo il secondo palo e mandando in visibilio il Gran Sasso, che oltre l’impianto oggi svetta pieno di neve.

Al 22’ è il momento di Costa Ferreira che entra per Mantini. 

Al 31’ Esce anche Del Moro ed  entra Mandrelli. 

Al 40’ esce anche Marcheggiani ed entra Alessandro. 

Al 47′ brivido su calcio d’angolo con il Riccione che coglie la parte alta della traversa con Michielin battuto.

Un minuto dopo al Riccione viene annullato anche un gol per fuorigioco con il guardalinee che alza subito la bandierina.

Nei sette minuti di recupero concessi il Riccione attacca senza però riuscire a pervenire al gol e lasciando all’Aquila la gioia della quinta vittoria consecutiva, che la porta a soli due punti dal Campobasso.


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