Immagini come quella in copertina nel bene o nel male passeranno alla storia perché così inconsuete da aver provocato molto scalpore.
Sono relative alla manifestazione di free climbing chiamata “Street Boulder città dell’Aquila” inserita nel calendario di eventi “L’Aquila rinasce con lo sport”, promossa e finanziato dal Comune, giunta alla sua seconda edizione.
Come ormai noto una parte della manifestazione, poi conclusasi con successo al Castello, è consistita nell’arrampicarsi sulle facciate di alcuni palazzi storici della città ed è terminata con l’arrivo dei Carabinieri e della Soprintendenza che hanno effettuato un primo sopralluogo sui luoghi segnalati constatando che nessuna autorizzazione era stata data.
Oggi su Il Centro il Presidente del Comitato “L’Aquila città dello Sport”, Francesco Bizzarri, scarica su un’altra associazione la mancata richiesta delle autorizzazioni. Ma è possibile che l’Amministrazione non sapesse niente? Una conferenza stampa era stata fatta sull’evento nei giorni precedenti e nell’edizione dell’anno scorso sembrerebbe fossero state compiute arrampicate similari.
Il problema infatti non è scalare un palazzo storico in sé, che potrebbe avere anche un significato simbolico con l’effetto di vivere lo spazio pubblico con iniziative aggreganti, anziché imbalsamarlo a mo di museo, ma di chiedere le dovute autorizzazioni in maniera preventiva alla Soprintendenza per farla pronunciare su dove fosse effettivamente possibile svolgere tale pratica con la sicurezza di non arrecare danno alcuno.
Davvero si stenta a credere che possa essere avvenuto un tale cortocircuito per un evento promosso dal Comune. Com’è possibile infatti sia mancato totalmente un dialogo tra i due Enti? Nessuno a Palazzo Fibioni si era posto il problema?
Ale. Tet.
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