I meloniani si incagliano nel “monocameralismo” della manovra, allorquando la commissione Bilancio del Senato riduce l’esame della Finanziaria a una formalità. Appena mezz’ora di discussione, poi i lavori si fermano.
Il Governo vuole chiudere in fretta per evitare l’esercizio provvisorio e così gli 814 emendamenti delle opposizioni finiscono nel cestino e la legge di bilancio viene spedita in aula senza il mandato al relatore, il senatore Guido Liris, capogruppo di FdI in commissione Bilancio, confermato anche quest’anno relatore del disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027.
“Ma è proprio quest’ultimo a scoperchiare il vaso della manovra blindata da Palazzo Chigi. «Mi sono dimesso da relatore», annuncia il senatore Guido Liris (FdI) tra i corridoi di Palazzo Madama” si legge nell’articolo.
Sembrerebbe che le sorelle Meloni non abbiano affatto gradito il gesto, giudicato come avventato, né tantomeno il tam tam delle agenzie stampa che lo hanno riportato in seguito.
Perciò sarebbe toccato a “Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione del suo partito, il compito di bacchettare Liris. Non solo. Dopo un confronto acceso con il capogruppo al Senato, Lucio Malan, Liris prova a fare retromarcia.”
come cita Dagospia.
La replica di Liris
“In commissione Bilancio si è preso atto dell’impossibilità tecnica di esaminare utilmente il provvedimento, di fronte ai quasi 900 emendamenti presentati dalle opposizioni, e pertanto, come accaduto negli scorsi anni, non si è potuto dare mandato ad alcun relatore, ma non ho mai parlato di dimissioni” ha spiegato il senatore Guido Liris. “Il Governo aveva trasmesso la manovra in tempo utile per un esame approfondito, ma purtroppo dal 2018 ad oggi la legge di Bilancio viene esaminata senza la doppia lettura nelle due Camera. Mi auguro, quindi, che dalla prossima legge di Bilancio sia la Camera che il Senato possano dare il loro contributo, come peraltro da sempre Fratelli d’Italia ha auspicato”.