Il governo in difficoltà tra i ceti bassi della popolazione
Il governo Meloni, dopo due anni a Palazzo Chigi, registra un sensibile calo di consenso. L’ultimo sondaggio di Nando Pagnoncelli, pubblicato ieri dal Corriere della Sera, evidenzia come il gradimento dell’esecutivo sia sceso dal 51% iniziale al 44% attuale. Questo risultato, pur preoccupante, mostra una resistenza al logoramento maggiore rispetto ad altri governi recenti.
Al momento dell’insediamento, il governo Meloni poteva contare su un solido 51% di gradimento, un dato superiore al 44% dei voti validi ottenuti dai partiti di maggioranza alle elezioni politiche. Tuttavia, la discesa al 44% segnala un cambiamento di percezione da parte dell’elettorato.
Confrontando questi dati con quelli dei governi precedenti, emerge che solo i governi Gentiloni e Conte II avevano percentuali di gradimento iniziale più basse, rispettivamente del 35% e del 44%. Secondo Pagnoncelli, mentre il governo Meloni ha perso sette punti percentuali fino ad oggi, altri governi hanno subito erosioni più significative: il governo Renzi, per esempio, partiva con il 63% di gradimento, scendendo al 40% dopo due anni. I governi Gentiloni e Conte II, al contrario, riuscirono a migliorare i loro consensi nel tempo, arrivando al 42% e al 53% al momento delle dimissioni.
L’erosione del consenso per il governo Meloni è particolarmente marcata tra le persone di condizione economica bassa o medio-bassa, tra i ceti alti e i lavoratori autonomi, soprattutto nel Nord-est. Rispetto ai picchi di dicembre 2022, il gradimento tra chi ha una condizione economica bassa è crollato dal 48% al 22,7% (-23,3%); tra chi ha una condizione economica medio-bassa è sceso dal 57,5% al 40,1% (-17,4%); per chi ha una condizione economica medio-alta, il calo è stato dal 59,8% al 50,4%; mentre per chi ha una condizione economica elevata, la discesa è stata dal 62,7% al 57,8%.
Il calo di consenso non risparmia neanche i pensionati e le casalinghe: per i pensionati, il gradimento è diminuito dal 59,6% al 42,5%, e per le casalinghe dal 54,5% al 44,6%.
Nonostante il calo generale, su alcuni temi specifici l’esecutivo mantiene giudizi positivi che superano il consenso medio del 44%. La politica internazionale raccoglie un gradimento del 46,8%, il sostegno alle imprese il 45,3%, mentre il Pnrr è in linea con il gradimento complessivo dell’esecutivo (44%). Al contrario, su temi come il lavoro (39,2%), il sostegno alle famiglie e il contrasto alla denatalità (36,8%), la pubblica amministrazione (34,7%) e la transizione ecologica (34,2%), le valutazioni sono inferiori. Particolarmente critici i giudizi sulla riduzione delle tasse (28,6%), la sicurezza (27,8%) e la giustizia (27,8%).
In sintesi, mentre il governo Meloni mostra una certa stabilità rispetto ai suoi predecessori, il calo di consenso è un segnale d’allarme che non può essere ignorato. L’esecutivo dovrà affrontare con determinazione le sfide emerse per recuperare la fiducia perduta e migliorare il gradimento tra tutte le fasce della popolazione.
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