“50 anni fa, il massacro del Circeo.
Non lo dimenticherò mai. Anche se le immagini sono in bianco e nero, da 50 anni vedo solo il rosso del sangue di due ragazze innocenti. Ero una liceale e questa tragedia mi portò ad una netta scelta di campo: stare dalla parte delle donne e combattere contro la violenza maschile, sempre.
29 settembre 1975: sono trascorsi 50 anni dal giorno in cui Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, due ragazze della periferia romana, furono sequestrate, torturate e seviziate, massacrate, in una villa del Circeo, per oltre 36 ore da Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira: tre giovani appartenenti alla “Roma bene”, con simpatie neofasciste. Nella notte tra il 1 ed il 2 ottobre furono ritrovati i corpi.
Rosaria fu uccisa. Donatella si salvò fingendosi morta: venne ritrovata nel bagagliaio dell’auto. Quell’immagine del cofano aperto, del cadavere di Rosaria e del volto insanguinato di Donatella mi tormenta da 50 anni.
Quel crimine scosse profondamente l’Italia degli anni ’70, mostrò la brutalità della violenza di genere e il clima di arroganza e impunità di una parte della gioventù borghese e neofascista. Nutriti di patriarcato e violenza.
Venne organizzata ad ottobre a Roma la prima manifestazione nazionale contro la violenza sessuale. Io c’ero. Da allora non ci siamo mai fermate.
Al processo l’avvocata di Donatella Colasanti, Tina Lagostena Bassi, femminista, ribaltò il pregiudizio secolare secondo cui in uno stupro la colpevole è sempre la donna. Il processo del massacro, mandato in televisione, fu un collettivo colpo allo stomaco ed è per me ancora oggi un capolavoro. Una straordinaria presa di coscienza.
Ne uscì una sentenza storica che ha spostato la violenza sessuale da reato contro la morale a reato contro la persona. Quel processo fu anche un forte impulso al cambiamento delle norme per cui si batterono le donne del Pci e degli altri partiti. In Parlamento e nel Paese il femminismo prendeva parola.
La violenza sessuale è stata finalmente classificata come reato contro la persona in Italia con la legge n. 66 del 15 febbraio 1996. Prima di quella riforma, era considerato un reato contro la moralità pubblica e il buon costume. La nuova legge ha posto l’accento sulla libera autodeterminazione della persona e l’ha inserita tra i delitti contro la libertà personale.
I tre neofascisti imputati ebbero l’ergastolo. Fra gli applausi dell’aula stracolma di donne. Immediato fu l’arresto di Izzo e Guido, mentre Ghira riuscì a fuggire grazie a robuste coperture e restò latitante per anni.
Ricordare quell’ignobile massacro del Circeo significa continuare a lottare contro ogni forma di violenza maschile sulle donne, che ancora oggi continuano a morire, una ogni 3 giorni.
E da allora siamo ancora qui a combattere uomini che odiano le donne, le stuprano, molestano, uccidono, ne usano e storpiano i corpi, li espongono e fanno a pezzi anche sui social, come fossimo carne da macello.
Continueremo a combattere anche per Rosaria e Donatella e le altre, prima e dopo di loro, che non possono farlo più.
Così, in una nota, l’ On. Stefania Pezzopane, Ex parlamentare, attivista dei diritti delle donne, consigliera comunale Pd
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