Suicidio assistito, rinviato alle commissioni Giustizia e Affari sociali

Suicidio assistito, rinviato alle commissioni Giustizia e Affari sociali
18 Set 2024
Rinviato ieri pomeriggio in Senato alle commissioni Giustizia e Affari sociali il ddl 104 detto “Bazoli” per il nome del primo firmatario, il senatore PD Alfredo Bazoli, recante “disposizioni per la morte medicalmente assistita”.
Il testo, infatti, avrebbe dovuto essere discusso in aula ieri 17 settembre ma le due commissioni Sanità e Giustizia in sette mesi non hanno quasi mai esaminato il testo e quindi dovranno procedere a 103 audizioni (90 richieste dal centrodestra, 13 dal centrosinistra).
Si è comunque giunti a una mediazione, infatti  i ddl sul suicidio assistito restano nel calendario dell’Aula ma verranno discussi solo «ove conclusi i lavori in Commissione».
«Ho chiesto che si trovasse una mediazione – dice il presidente del Senato Ignazio La Russa – e devo dire che da parte di tutti i presidenti dei gruppi c’è stato uno sforzo per venirsi incontro. La proposta avanzata dal capogruppo M5s Stefano Patuanelli di ricorrere alla formula “ove concluso l’esame in Commissione” è stata accolta all’unanimità. E sono stato contento perché su un tema tanto delicato non ci devono essere divisioni ma la ricerca comune per una soluzione normativa che sia il più possibile condivisa».
Rinvio suicidio assistito, la denuncia del senatore Bazoli
“Pur di evitare che si giunga mai alla discussione la destra ha chiesto ben novanta audizioni di soggetti estranei all’argomento, con un intento puramente dilatorio. L’obiettivo è impantanare tutto. La verità è che non vogliono affrontare la discussione di un tema sul quale la Consulta ha dato indicazioni precise.”
Suicidio assistito, la manifestazione a Roma del Popolo della Famiglia
A Piazza Vidoni a Roma, invece, sotto una pioggia battente, si è svolta la manifestazione contro l’approvazione del ddl Bazoli sul fine vita a cui hanno presenziato anche Nicola Di Matteo e Mario Adinolfi.
“Il presidio del Popolo della Famiglia presente davanti al Senato oggi, anche sotto la pioggia, ha vigilato affinché non avvenissero forzature e dunque registriamo una importante vittoria. Noi vogliamo che i malati, i sofferenti, gli anziani, i disabili siano curati e assistiti, mai soppressi per intervento delle strutture mediche dello Stato, in conformità con la normativa vigente agli articoli 579 e 580 del codice penale” ha commentato Adinolfi.
Il percorso del suicidio assistito
La persona malata, che vuole chiedere il suicidio medicalmente assistito in Italia, deve rivolgersi alla struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale,  affinché sia verificata la presenza dei requisiti  stabiliti dalla sentenza della Corte costituzionale n. 242 del 2019, come si legge sul sito dell’Associazione Luca Coscioni. È possibile richiedere un facsimile di richiesta da inviare via PEC o raccomandata A/R alla propria ASL contattando il Numero Bianco dell’Associazione Luca Coscioni al numero: 06.9931.3409. Una volta inviata la richiesta, una commissione medica multidisciplinare nominata dalla competente ASL dovrà accertare, da un punto di vista medico, la presenza dei requisiti e indicare il farmaco letale e le modalità di sua autosomministrazione, oltre ad appurare che la volontà dell’interessato sia stata manifestata in modo chiaro e univoco e che il paziente sia stato adeguatamente informato sia sulle sue condizioni, sia sulle possibili soluzioni alternative, come l’accesso alle cure palliative ed eventualmente alla sedazione profonda continua. Al completamento di questa procedura verrà stilata una relazione e il fascicolo sarà inviato al comitato etico territorialmente competente, soggetto terzo che garantisce la tutela dei diritti della persona malata che ha fatto richiesta di verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito. Il comitato etico dovrà quindi formulare un proprio parere, obbligatorio ma non vincolante per la ASL. Nel caso in cui, conclusa la procedura di verifica delle condizioni di cui alla sentenza n. 242 del 2019, si accerti che il richiedente possiede i requisiti previsti, potrà decidere se e quando accedere al suicidio medicalmente assistito.

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