Da domani il reddito di cittadinanza finisce. 160mila famiglie sono state avvertite con un Sms dall’Inps, perdendo in media 566 euro a testa. Mentre il sussidio di 350€ al mese per il supporto alla formazione, pensato in sostituzione dal Governo Meloni, non è ancora pronto. Manca la piattaforma informatica come del resto l’organizzazione degli stessi corsi di formazione obbligatori da seguire che dovrebbero essere in carico alle Regioni.
E’ questo insomma il destino per i cosiddetti “occupabili”, adulti tra 18 e 59 anni senza figli minori o disabili, di cui le 160mila avvertite sono solo la prima parte di un totale, che a gennaio, potrà essere composto da 436mila famiglie, 615mila persone – concentrate maggiormente nel Sud Italia, con Campania e Sicilia in testa – che faranno risparmiare al Governo 2,5miliardi.
Ma a che prezzo (sociale)?
Ieri la ministra del Lavoro Marina Calderone ha incontrato per questo l’Anci, l’associazione dei Sindaci, mentre la protesta è già partita questa questa mattina alle 10, davanti alla sede Inps in via Alcide De Gasperi, con il presidio organizzato da Potere al Popolo e dai sindacati di base.
“Cosa farà ora il Comune dell’Aquila per sostenere fragili? si chiede il Gruppo consiliare aquilano del Partito Democratico composto da Stefania Pezzopane, Stefano Palumbo e Stefano Albano, che ha in programma di fare un interrogazione su questo tema al Sindaco che, ricordano, è anche responsabile enti locali di FdI.
“Il Governo ha tagliato una fondamentale misura di contrasto alla povertà, e scarica le conseguenze sui comuni. Anche a L’Aquila c’è il rischio che centinaia di persone saranno costrette a rivolgersi agli sportelli dei servizi sociali perché private di un sostegno determinante in questi anni difficili e in cerca di una fantomatica presa in carico”.
“Basti pensare – continuano i consiglieri Dem – al caso delle persone non occupabili a cui è stato tolto il Reddito di Cittadinanza perché sole: una scelta sbagliata e priva di alcun criterio logico e politico che non ha nulla a che fare con una necessaria riforma volta a migliorare la dimensione delle politiche attive del lavoro e gli incentivi all’occupabilità”.
“Sono tra l’altro in corso contatti tra l’Anci e il ministero del Lavoro per cercare di risolvere alcuni problemi tecnici conseguenti alla norma del governo Meloni che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l’effettiva verifica sugli aventi diritto (il cui termine ultimo è dicembre): in diversi casi il Reddito potrebbe quindi essere revocato e poi riattribuito. L’Inps non avrebbe inoltre potuto mettere a disposizione tutti i dati dei beneficiari e ciò sta creando difficoltà ai Comuni nel redigere gli elenchi dei nuclei familiari fragili”.
“Ed il Comune dell’Aquila, cosa intende fare adesso – si chiedono Pezzopane, Albano e Palumbo -. Avevamo avvertito che se il governo fosse andato avanti nel suo disegno senza prima trovare misure alternative efficaci, sarebbe stato provocato un dramma sociale. Nell’ interrogazione chiediamo al sindaco di intervenire presso il governo affinché corregga questo errore assicurando un sostegno adeguato a tutte le persone inoccupabili e organizzando adeguatamente il supporto a chi deve essere accompagnato al mercato del lavoro in modo dignitoso ed efficace. Al tempo stesso è necessario garantire alle amministrazioni locali le risorse, gli strumenti e il tempo materiale per affrontare un problema economico concreto che da agosto si presenterà contemporaneamente per troppe famiglie”.
Tutte cose non previste dal governo – concludono gli esponenti del PD- . Il sindaco Biondi è anche responsabile enti locali di FdI e sicuramente non ignora che il sindaco di Catania di FdI Enrico Trantino si è dichiarato “agnostico sul Rdc “ e già oggi ha convocato “una riunione con i servizi sociali per capire cosa fare. Ed il Comune dell’Aquila come intende fare di fronte alle persone che da oggi si recheranno ai servizi sociali?”.
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