Da Paolo Tella, strategy manager, riceviamo e pubblichiamo alcuni spunti di riflessione.
Ora seguiamo il ritorno morettiano inventato dalla Gruber, macchina da guerra del PCI storico ed immutabile: “Ma lei come parla?”. E’ diventato tormentone sulla presunta incapacità di Elly Schlein di farsi capire negando la scuola di BLOB.
Da anni tv e giornali cannoneggiano sulla politica senza contenuti, eppure il loro contributo nel semplificare e banalizzare riducendo tutto e tutti a cronaca, è stato determinante: dalla lunga macchiettizzazione di qualunque personalità in personaggio, ad un racconto della realtà imperniato su (pre)giudizi lontani dalle necessità del popolo. Oggi il migliore notiziario è quello di Crozza.
E’ certamente meritorio riportare chi fa politica al dovere primario della chiarezza espressiva e di idee, ma è altrettanto indispensabile manifestare volontà e capacità di ascolto, soprattutto da parte di un giornalista. Perché la politica dei contenuti ha bisogno senz’altro di slogan efficaci e immediati, sintetici, ma anche di pensieri articolati che assumano su di sé la responsabilità della complessità. Pensieri che includano parole a cui la politica si è disabituata, e che i media censurano come elitarie perché, mentre si affannano a condannarlo, hanno abbracciato quel populismo di definizioni superficiali ed etichette pronte all’uso che rende tutto più facile per i giornalisti.
Soprattutto per la classe dirigente del PD di oggi, gattopardescamante impegnato ad abbracciare qualsiasi cambiamento per non cambiare nulla, e preservare con stile il proprio potere; che l’establishment e parte dei media coincidano, poi, è un segreto di Pulcinella. A cominciare da Gruber e fino a Sabina Guzzanti.
LAVORO CLIMA DIRITTI è la sintesi del programma che ha fatto eleggere Elly Schlein non con i voti del partito, ma grazie ai voti degli cittadini che si sono recati ai gazebo. Per questo il partito storico non la vuole, ne’ al nazionale e nemmeno al locale: conservare le posizioni, da perfetti gattopardi.
Elly Schlein oggi non è la vittima designata, serve a conservare le posizioni e, soprattutto a non prendere il potere in una situazione così disastrosa. Va bene ci sia Schlein ad assumersi le responsabilità di un’opposizione inesistente, altra bufala necessaria a caricarla di responsabilità.
La vittima designata è invece la cittadinanza, siamo tutti noi.
Quante cose potevano essere migliorate, negli anni, se i media avessero fatto meglio il proprio dovere? Quanto poteva essere corretto il Jobs Act se, al posto di inneggiare alla flessibilità si fosse aperta una sana riflessione sulla riforma? Oppure “la buona scuola” come “meno tasse per tutti”. Termini comprensibili e semplici che nascondevano il contrario del titolo ma su cui nessun giornalista faceva una domanda sulla coerenza tra titolo e contenuto.
I governanti, di ieri e di oggi, sarebbero migliori, se al posto di tirare al piattello su “esternalizzare” guardassero davvero ai bisogni della gente. Gente che, certamente, sa cosa significa “esternalizzare” perché sono decenni che succede ai loro posti di lavoro.
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dalla consigliera comunale aquilana Stefania Pezzopane “Vergognatevi, difendo Elly Schlein, trovo tutto questo odio […]
La criminologa e tanatoesteta abruzzese Linda Corsaletti è protagonista della docuserie “La truccatrice dei morti”, in uscita su YouTube dal 2 novembre. Un viaggio tra scienza e umanità che racconta la cura post-mortem come atto di dignità e memoria.
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