Il Governo Meloni taglia i fondi che, ogni anno, lo Stato trasferisce ai Comuni e alle Province per garantire servizi essenziali alle cittadine e ai cittadini.
Per l’Abruzzo, i tagli alla spese corrente sono pari a 30 milioni di euro fino al 2028, circa 6 milioni l’anno già dal 2024: in questo quadro drammatico, la città più penalizzata è L’Aquila che, per il 2024, vedrà una sforbiciata dei fondi statali pari a 541 mila e 490 euro; una cifra che va moltiplicata per 5 annualità: dunque, la decisione del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministero delle Finanze, potrebbe significare un taglio lineare di oltre 2 milioni e 700 mila euro in servizi alle aquilane e agli aquilani.
Tra l’altro, il paradosso è che i tagli, riportati negli allegati del decreto interministeriale, andranno ad incidere maggiormente sui Comuni che stanno realizzando opere con il Pnrr e che, quindi, avrebbero bisogno di maggiori risorse per gestirle.
Condividiamo dunque le preoccupazioni espresse dal referente regionale dell’Uncem, Lorenzo Berardinetti, e dal presidente di Ali Abruzzo, Giacomo Carnicelli, e auspichiamo che i tagli, che andrebbero ad impattare pesantemente sulla collettività, vengano corretti nella prossima Legge di Bilancio.
In questo senso, chiediamo al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi di prendere posizione a difesa della città, e di non restare silente – come d’abitudine – per non disturbare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, eletta in Parlamento nel collegio L’Aquila-Teramo, che a parole si dice attenta alle problematiche delle aree interne, e dei crateri sismici in particolare, ma nei fatti sta operando un taglio alle risorse dello Stato che, proprio sull’Aquila, avrà le ripercussioni più pesanti.
Ci aspettiamo che Biondi, che dovrebbe sentirsi il sindaco della città prima che un dirigente del partito della Presidente del Consiglio, sostenga la battaglia del primo cittadino di Teramo, e presidente dell’Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto, che prima di tutti, già in maggio, aveva lanciato l’allarme in nome dei sindaci, e sproni il presidente della Provincia, Angelo Caruso, a fare fronte comune con gli altri presidenti di Provincia.
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