di Fabio Pelini
Sono giorni cruciali, quelli che stiamo vivendo, per la definizione delle candidature in vista delle elezioni regionali in Abruzzo, fissate per il 10 marzo 2024. E se alcune scelte da parte dei partiti maggiori sembrano avviarsi più o meno tranquillamente verso i crismi dell’ufficialità, altre necessitano di ulteriori passaggi, determinati dall’impossibilità fino a questo momento di comporre un mosaico che tenga insieme le varie sensibilità.
Emblematica in tal senso è la situazione che sta attraversando a L’Aquila Fratelli d’Italia. Partito leader del governo nazionale, con Giorgia Meloni primo Presidente del Consiglio donna nella storia italiana, egemone in Abruzzo con Marco Marsilio, Presidente catapultato da Roma, alla guida del capoluogo di Regione con il sindaco Pierluigi Biondi, mai come in questo momento nel partito della Destra è risultata tanto appetibile una candidatura che può voler dire elezione sicura.
Sarà forse questo il motivo per cui in molti si affannano alla conquista di un posto al sole. La provincia dell’Aquila eleggerà sette consiglieri, ma non è scontato che si ripeta l’exploit del 2019, quando conquistarono il seggio ben cinque aquilani: Emanuele Imprudente, Guido Quintino Liris, Roberto Santangelo per il centrodestra e Americo di Benedetto per il centrosinistra, con l’aggiunta in corsa di Pierpaolo Pietrucci, che subentrò a Giovanni Legnini nel mentre divenuto commissario straordinario alla ricostruzione. Un unicum, se si considera che, da quando sono state istituite le Regioni, la provincia aquilana ha sempre dovuto fare i conti con il più popoloso territorio marsicano.
E’ in questo contesto che all’interno di Fratelli d’Italia si sta consumando una lotta al calor bianco per conquistare la tanto sospirata candidatura, che tutti quelli che se la stanno contendendo pensano di trasformare in elezione certa per via di curriculum di lungo corso.
Accade così che, se appare ormai definita la discesa in campo dell’attuale presidente della Gran Sasso Acqua Alessandro Piccinini – come lui stesso ci ha confermato recentemente durante una puntata del nostro format politico L’Avvocato del diavolo – resta ancora da sciogliere il nodo delle altre candidature aquilane. Pur se non direttamente investiti dalla competizione elettorale, Pierluigi Biondi e Guido Liris, i due uomini forti del partito di Giorgia Meloni a L’Aquila, stanno da tempo affilando le armi per eleggere in Regione un proprio consigliere di fiducia e stagliarsi nell’orizzonte dei prossimi anni come dominus assoluto del partito. E se Piccinini non può essere ascritto a nessuno dei due, in quanto amico di entrambi dai tempi della comune militanza giovanile nel Fronte della Gioventù, è sull’altro candidato che la città dell’Aquila ambisce ad esprimere che si sta misurando un confronto interno molto teso e, a detta di molti, senza esclusione di colpi.
Se da una parte Biondi vedrebbe di buon occhio il suo capo di Gabinetto Andrea Di Biase, dall’altra Liris è da sempre legato al sindaco di Navelli Paolo Federico, che scalpita per un posto in lista. In tempi di fluidità e di consenso mobile, saper cogliere il momento giusto è determinante per costruire la propria fortuna politica. E, viceversa, perdere il treno propizio, può significare scivolare nell’oblio. Questo è chiaro tanto a Liris, quanto a Biondi, e se oggi i sondaggi indicano Fratelli d’Italia come il partito di maggioranza relativa, domani con il possibile logoramento del governo dettato da una crisi economica che rischia di deflagrare sotto i colpi di guerre, inflazione e disoccupazione, il consenso accumulato potrebbe evaporare rapidamente. Se Biondi da tempo si vede proiettato verso lidi più prestigiosi e gratificanti e vuole conservare una primazia nel suo partito, Liris – transitato in Fratelli d’Italia da Forza Italia ed entrato in quota Fitto – sta coltivando nella sua esperienza parlamentare tanti buoni rapporti, utili ad acquisire una stabile centralità negli equilibri del partito.
Entrambi sono peraltro consapevoli che, in partiti grandi e strutturati, marciare uniti è una condizione imprescindibile per garantire attrattività e di conseguenza dare un futuro alle proprie carriere politiche. Sarà forse per questo che i due maggiorenti della formazione meloniana ostentano pubblicamente i consueti buoni rapporti, facendosi vedere allo stadio e in ogni luogo pubblico sorridenti e affiatati come sempre. D’altra parte, una contrapposizione portata alle estreme conseguenze finirebbe per danneggiare pesantemente entrambi e certo non sarebbe gradita a Roma. Fosse solo per questo, è difficile ipotizzare una notte dei lunghi coltelli, e l’esito più probabile resta una candidatura diversa da quelle caldeggiate finora. Per queste ragioni potrebbero, dunque, trovare spazio in lista altre figure come Vito Colonna, assessore comunale alle Opere pubbliche, Livio Vittorini, consigliere comunale emergente, oppure Vincenzo Calvisi, vicepresidente del Consiglio provinciale; profili importanti, che oggi sono alla finestra in attesa di capire come si concluderanno i giochi. Tra le donne, quasi certa la candidatura della consigliera comunale Tiziana del Beato, mentre resta da valutare l’eventuale coinvolgimento dell’assessora comunale Ersilia Lancia, militante di lungo corso della destra cittadina.
Insomma, il tempo stringe e i nodi stanno venendo al pettine. Staremo a vedere chi ne uscirà vincitore.
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