Il jazz italiano a L’Aquila, tra giovani talenti e annunciati ritorni. Con una proposta

Il jazz italiano a L’Aquila, tra giovani talenti e annunciati ritorni. Con una proposta

di Fabio Pelini

Non poteva cominciare in maniera migliore l’ormai consueto appuntamento di inizio settembre con il jazz a L’Aquila. Ieri mattina, in un Auditorium del Parco gremito di entusiasmo e di emozioni, l’Orchestra che vorrei, guidata dal maestro Pasquale Innarella, ha inaugurato la due giorni di jazz aquilano con un bel concerto eseguito da 29 ragazzi di ogni età, che hanno suonato otto brani tra l’entusiasmo del pubblico.

C jam blues di Duke Ellington, Watermelon Man di Herbie Hancock, Moanin’ di Art Blakey, St. Thomas di Sonny Rollins, Moten swing di Bennie e Buster Moten, So what di Miles Davis, Blue Monk di Thelonius Monk, per finire con un brano rock come Smoke on the Water dei Deep Purple, è stato il repertorio eseguito dai ragazzi dell’orchestra jazz.

L’Orchestra che vorrei, nata lo scorso anno grazie all’idea dell’artista Ada Montellanico, mette insieme ragazze e ragazzi dagli 8 ai 18 anni, ed è aperto a tutti coloro che vogliano cimentarsi in un lavoro collettivo, che continuerà nei prossimi mesi. Attorno al progetto, partito nell’autunno 2022 grazie al sostegno e al contributo del Ministero della Cultura e del Comune dell’Aquila, orbitano oltre 50 giovani musicisti, coordinati da Katia Di Michele per la parte organizzativa e Angelo Bernardi per la parte artistica e didattica.

Per il concerto di ieri, i giovani musicisti si sono esercitati per tutta l’estate grazie al Conservatorio che li ha ospitati ed a Samuele Cinelli, Michele Ferretti, Marco Fiorenza, Dora Ruggiero, Corrado Sinistoro e Lorenzo Tresca, studenti del “Casella” che hanno svolto il ruolo di tutor.

Un inizio entusiasmante per una manifestazione che ospita oltre 200 musicisti, impegnati in circa 50 concerti dislocati in 15 piazze. Una kermesse imperdibile per gli appassionati, che mantiene viva ogni anno la sua vocazione alla solidarietà, nonostante cambino attori, brani, visioni artistiche.

Per il prossimo anno sembrerebbe certo il ritorno a L’Aquila di Paolo Fresu, trombettista e artista jazz di fama internazionale, nonché ideatore e primo direttore artisico del festival, che si tiene nel capoluogo dal 2015. Oggi la direzione artistica è affidata a Francesca Corrias, Roberto Ottaviano, Fausto Savatteri.

Vista la bellezza del festival, l’interesse che muove e l’appeal che esercita anche sulle nuove generazioni, non sarebbe una buona opportunità ideare un concorso nazionale per giovani talenti, per strutturare in maniera definitiva una tra le iniziative più riuscite del dopo sisma dell’Aquila e del centro Italia? Rappresenterebbe un ulteriore puntello per confermare L’Aquila come capitale italiana del jazz.


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