Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’Università dell’Aquila
Prende ufficialmente il via la fase operativa del progetto POS-T2-Stroke, un’innovativa sperimentazione dedicata alla diagnosi e al trattamento precoce dell’ictus attraverso l’impiego di Unità Mobili di Risonanza Magnetica.
A guidare il progetto è l’Università degli Studi dell’Aquila, con la prof. Simona Sacco come responsabile scientifico. L’iniziativa coinvolge partner a livello nazionale: ASL1 Abruzzo (Avezzano-Sulmona-L’Aquila), ASL2 Abruzzo (Lanciano-Vasto-Chieti), IRCCS Humanitas, Università Politecnica delle Marche, Università di Bolzano, Università di Cassino e il Policlinico di Messina.
“Essere riusciti a portare questa sperimentazione in Abruzzo rappresenta un grande traguardo. L’implementazione delle Risonanze magnetiche mobili potrebbe migliorare significativamente la gestione dell’ictus, e non solo, rendendo la diagnosi più tempestiva e precisa e, di conseguenza, più efficace l’intervento terapeutico” – dichiara la prof. Simona Sacco, Ordinario di Neurologia dell’Università degli Studi dell’Aquila e Direttrice della Neurologia e Stroke Unit dell’Ospedale di Avezzano.
Finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito del Piano Operativo Salute (FSC 2014-2020), il progetto è vincitore di un bando competitivo e ha ricevuto un contributo di 1.920.000 euro, con un budget totale ammissibile di 4.000.000euro. Inoltre, ha ottenuto l’approvazione del Comitato Etico Territoriale Regione Abruzzo (CEtRA).
L’obiettivo principale di POS-T2-Stroke è valutare l’impatto dell’impiego della risonanza magnetica mobile nella gestione dell’ictus in emergenza intraospedaliera ed esplorare la possibilità di trasportare l’RM su ambulanza per effettuare la diagnosi direttamente a domicilio del paziente.
“Questo progetto dimostra ancora una volta l’eccellenza della nostra Università nella ricerca sanitaria e il nostro impegno per migliorare concretamente la vita dei pazienti.” – commenta il Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, prof. Edoardo Alesse.
“L’adozione delle RM mobili rappresenta un importante passo avanti per la sanità regionale, migliorando l’efficienza del percorso diagnostico dell’ictus e riducendo il rischio clinico per il paziente, anche nell’ambito della terapia intensiva”, aggiunge il prof. Ferdinando Romano, Direttore Generale della ASL.
Le risonanze magnetiche mobili rappresentano un’innovazione tecnologica senza precedenti. Consentono di superare le limitazioni logistiche delle risonanze tradizionali, aprendo nuovi scenari per la diagnostica avanzata. Inoltre, l’utilizzo delle RM mobili offre un valore aggiunto, migliorando l’accessibilità alla diagnosi e la gestione dell’ictus in contesti in cui la risonanza tradizionale non è disponibile. La possibilità di portare l’RM direttamente al letto del paziente è un cambiamento epocale nella gestione di alcune patologie neurologiche, con potenziali benefici enormi. In futuro le applicazioni potrebbero estendersi oltre l’ictus.
Grazie ai fondi ricevuti dal Ministero della Salute, sono state acquistate tre risonanze magnetiche mobili, destinate all’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, sotto la responsabilità del dott. Antonello Fabbri, all’Ospedale SS Filippo e Nicola di Avezzano, sotto la responsabilità del dott. Luigi Zugaro, all’Ospedale di Chieti, sotto la responsabilità del prof. Massimo Caulo.
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