“Attualmente l’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, composto da giardini di notevole estensione e vari edifici di proprietà della ASL1, versa in stato di quasi totale abbandono, fatta eccezione per alcuni servizi di riabilitazione (anche per l’autismo), prevenzione, veterinaria, servizi sociali e SERD, che costituiscono l’unico presidio pubblico all’interno di un’area tanto vasta”, affermano in una nota Francesco Marrelli, CGIL L’Aquila e Anthony Pasqualone, FP CGIL L’Aquila.
“Invero, prosegue la nota, “la ASL1, dopo avervi collocato alcuni container all’indomani del sisma del 2009, ha poi spostato, già dal 2011, tutti i suoi uffici amministrativi, prima in Via Saragat, poi in Via Avezzano, dove si trovano in affitto tuttora, o meglio, dove la ASL1 paga tuttora l’affitto, con denaro pubblico. Eppure, l’Amministrazione Comunale, dopo il sisma del 2009, aveva inserito l’area in argomento nel Piano Strategico del 2012, indicando come destinazione d’uso degli immobili ivi costruiti quella relativa “alle attività culturali e di ricerca, servizi e verde pubblico in continuità funzionale con l’area verde del Parco del Sole per la realizzazione del grande parco pubblico nella zona Est della città. L’intervento richiede necessariamente la collaborazione degli attori istituzionali interessati, tra i quali Asl, Regione, Comune, Sovrintendenza“, da realizzare attraverso procedure pubbliche di partenariato pubblico privato, senza, però, mai realizzare nulla in tal senso”.
“Nulla è mai stato portato a compimento nemmeno successivamente, quando la ASL1 aveva deciso di concedere in permuta e/o alienazione, a vantaggio dell’Amministrazione Comunale, gli edifici di cui trattasi per realizzare il Parco della Luna, o, ancora, più di recente, quando la medesima Amministrazione Comunale aveva, poi, stabilito di riservare parti dell’ex ospedale ospedale psichiatrico di Collemaggio ad alcuni istituti scolastici, con eventuali implicazioni sul consumo ulteriore di suolo”.
“Ebbene, a questo punto, è lecito chiedersi perché, dal sisma del 2009, un complesso come quello che ci occupa, necessario alla riqualificazione del patrimonio esistente nel centro della città dell’Aquila, a beneficio della stessa ASL1 (che, come anticipato, pur essendo proprietaria di detti immobili, paga l’affitto per ospitare, come accennato, i propri uffici amministrativi prima a Pile e, poi, in Via Avezzano), dell’Amministrazione Comunale e Regionale e, ancor più importante, della intera collettività, sia stato abbandonato, con ricadute sull’ordine e sulla sicurezza pubblici (sono, infatti, tristemente noti i recenti episodi di violenza verificatisi proprio nella prossimità dell’area dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, così come riportato dalla cronaca locale)”.
“E ciò – aggiungono – senza contare che l’ex complesso psichiatrico di Collemaggio costituirebbe il luogo ideale per realizzare anche la cd. Sanità di prossimità. Invero, la recente pandemia di Covid-19, ha fatto emergere, da un lato, tutte le criticità e le debolezze strutturali del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN), incentrato prevalentemente sulla struttura ospedaliera, e, dall’altro, la rilevanza del sistema di cure primarie e dei servizi territoriali e delle relative funzioni di prevenzione, cura e riabilitazione, per non sovraccaricare il sistema ospedaliero e di emergenza-urgenza”.
“Pertanto, è parso necessario riorganizzare il sistema delle cure primarie e dei servizi territoriali proprio a discapito della tradizionale centralità dell’ospedale. In altre parole, ad oggi, si ritiene di dover portare le cure presso il paziente, anziché viceversa, potenziando, per l’appunto, le strutture e i servizi sanitari di prossimità e riducendo, anche considerevolmente, gli accessi e le permanenze in ospedale. Parimenti, è, poi, lecito chiedersi, visto lo stato di abbandono del complesso ex OPG di Collemaggio in argomento, quale possa essere, a questo punto, la destinazione d’uso degli immobili di proprietà della ASL1 e, soprattutto, quale sia la prospettiva per il futuro. Ciò, anche alla luce delle più recenti novità introdotte dal Piano di Razionalizzazione elaborato dalla ASL1; ed infatti, se da una parte la ASL1 intende contenere i costi, con il taglio dei posti di lavoro e, quindi, a mezzo della compressione del servizio pubblico per l’utenza, proprio con il Piano di Razionalizzazione, dall’altra, pur essendo proprietaria di un’area nel centro città, paga regolarmente canoni di locazione per ospitare i propri uffici amministrativi”.
“Tale incongruenza, unita allo stato di abbandono in cui l’ex complesso psichiatrico versa, con il rischio di compromettere l’ordine e la sicurezza pubblici, legittimano a rivendicare, nell’amministrazione della cosa pubblica, trasparenza, partecipazione e, soprattutto, una programmazione condivisa per il futuro”.
“Tanto più che nel Piano di Razionalizzazione attuale la ASL1 ha in programma “la messa a reddito o la dismissione del patrimonio immobiliare non funzionalizzato o funzionalizzabile ad attività sanitaria”, qual è proprio l’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio che, quindi, unicamente per scelta della ASL1 stessa, rischia di essere dismesso, come da richiamato Piano di Razionalizzazione, anziché essere utilizzato, per esempio, come luogo dove allocare la Casa di Comunità (ad oggi, inserita all’interno del nosocomio San Salvatore, in barba alla cd. Sanità di prossimità). E ciò, nonostante l’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio non sia solo uno spazio costituito da edifici e giardini, ma anche una parte del centro storico dell’Aquila, che, in quanto tale, dovrebbe essere riportato a nuova vita e messo a disposizione della cittadinanza tutta, con una soluzione che sia massimamente partecipata e condivisa dai cittadini e dalle cittadine dell’Aquila”.
“In forza di quanto finora riportato, il 02 ottobre p.v., la scrivente O.S. intende mettere in campo un’iniziativa volta ad attivare i luoghi istituzionali idonei alla concreta realizzazione di un’amministrazione della cosa pubblica trasparente, partecipata e finalizzata sistematicamente alla salvaguardia, da un lato, dell’occupazione e del salario, e, dall’altro, alla tutela della corretta, efficace e funzionale fruizione dei servizi pubblici destinati all’utenza, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse a disposizione, compresa l’area di Collemaggio che merita l’attivazione immediata di un dibattito pubblico partecipato”, conclude la nota.
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