Si svolgerà giovedì 4 aprile alle 17, nella tensostruttura della villa comunale di Paganica (Aq), un nuovo incontro sul controverso viadotto Snam, l’ infrastruttura per il trasporto del gas che attraverserebbe l’Appennino coinvolgendo 17 comuni abruzzesi e passando, oltre che per Sulmona – dove è prevista la centrale di compressione – anche all’Aquila, proprio nella zona di Paganica.
“L’incontro sarà una prosecuzione di quello precedente svoltosi all’Aquila nello spazio di CaseMatte”, spiega Emanuele Amadio giovane attivista dei Comitati. “L’obiettivo è quello di coinvolgere il territorio per far capire che il viadotto Snam non riguarderà esclusivamente la città di Sulmona, ma anche L’Aquila e le sue frazioni. Da qui la volontà di organizzare questo secondo incontro pubblico a Paganica. Saranno presenti per questo vari comitati che si sono già mobilitati, come quello di Sulmona, Legambiente, gli usi civici di Paganica ed alcuni esponenti politici istituzionali”.
“Sarà un momento di confronto per parlare con la cittadinanza – conclude Amadio – e spiegare il forte impatto che l’opera avrà sul territorio e i tanti motivi che ci sono per opporvisi”.
Anche gli stessi Usi Civici di Paganica e San Gregorio – in una nota – invitano la cittadinanza di tutto il comprensorio aquilano a partecipare all’assemblea pubblica dedicata all’impatto ambientale, sociale ed economico che sarà causato dalla realizzazione del metanodotto della Snam con avvio dei lavori previsti a luglio prossimo. Un’opera che attraverserà anche 36 ettari di territorio di uso civico a ridosso di Paganica, classificati dal Piano regolatore generale del Comune dell’Aquila come “zona agricola di rispetto montano”.
“È fondamentale che i cittadini prendano consapevolezza dei danni che questa scellerata opera determinerà, ed ecco perché abbiamo organizzato questo incontro – spiega Il presidente Asbuc, Fernando Galletti -. Saranno attraversati ettari ed ettari di bosco, compromesse aree di grande valenza paesaggistica e turistica, come quella della Madonna d’Appari. Il tubo passerà in certi casi addirittura a pochi metri dalle abitazioni, come in zona via Pescomaggiore. Come denunciamo da tempo saranno distrutte le preziose cave spontanee di tartufo, sulle quali si basa una micro-economia locale, con danni stimati, in prospettiva da una perizia da noi commissionata, per 42 milioni di euro”.
“Quello che poi è inaccettabile è che la Snam non ha mai inteso incontrare i cittadini per spiegare nel dettaglio l’intervento, ascoltare le ragioni di contrarietà e preoccupazione, per magari apportare migliorie e modifiche. Da parte sua il Comune dell’Aquila e il sindaco Pierluigi Biondi si dicono contrari all’opera, ma temo solo a chiacchiere, perché poi a questa contrarietà non ha fatto seguito finora nessun atto concreto, mentre invece ci si fa da tramite tra Snam e i presidenti di altre Asbuc presenti sul territorio per gli espropri e gli indennizzi relativi ai terreni che dovranno essere attraversati dall’opera”, aggiunge Galletti, che conclude, “ovviamente questa opera dai costi faraonici sarà pagata dai cittadini con l’aumento in bolletta nei prossimi decenni, e a guadagnarci sarà solo la Snam”.
AT
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