L’Aquila 2026: Capitale della Cultura, ma senza scuolabus? Le famiglie chiedono risposte

L’Aquila 2026: Capitale della Cultura, ma senza scuolabus? Le famiglie chiedono risposte
03 Dic 2025

Mentre L’Aquila si prepara a vivere il 2026 da Capitale Italiana della Cultura, una parte fondamentale della vita quotidiana delle famiglie – il trasporto scolastico – continua a essere ignorata. Nonostante mesi di richieste, promesse e rassicurazioni politiche, lo scuolabus per le scuole medie non è mai arrivato e, anzi, il servizio per infanzia e primaria è stato persino ridotto. Un paradosso che stride con l’immagine di una città che ambisce a presentarsi come “modello nazionale”, ma che nei fatti lascia scoperte decine di famiglie, costrette ogni giorno a incastri impossibili per garantire ai propri figli il diritto allo studio.

Segue la nota stampa degli aquilani Luca Barbetta e Daniela Cesare, presentatori dell’istanza per lo scuolabus.

SCUOLABUS NEGATO ALLE MEDIE, RIDOTTO PER INFANZIA E PRIMARIA: L’IPOCRISIA DI UNA CITTÀ CHE SI PRESENTA COME “MODELLO”

Il 27 giugno 2025 è stata presentata – firmata da decine di genitori, cittadini e cittadine – un’istanza formale chiedendo al Comune dell’Aquila l’estensione del servizio di scuolabus anche alle scuole medie.
Una richiesta semplice, già realtà in oltre l’80% dei comuni italiani di dimensioni simili a L’Aquila.
Una richiesta di buon senso, non un privilegio.
L’11 settembre 2025 il Consiglio Comunale dell’Aquila ha scelto invece di bocciare la proposta.
Eppure nei mesi precedenti erano arrivati messaggi rassicuranti dalla maggioranza. In risposta alle sollecitazioni dei consiglieri comunali Paolo Romano e Stefano Albano, che avevano presentato un ordine del giorno e un emendamento al bilancio per realizzare lo scuolabus anche per le scuole medie, il consigliere Alessandro Maccarone dichiarava pubblicamente:
“L’Amministrazione è estremamente sensibile al tema dello scuolabus. Grazie al lavoro dell’assessore Manuela Tursini si sta già operando per valutare tutte le possibili soluzioni per rispondere alle richieste delle famiglie.”
“Con serietà e impegno stiamo lavorando per garantire coperture certe e pluriennali, dando agli aquilani un servizio strutturale”.
Sono passati mesi. Quale soluzione è stata trovata? Nessuna.
Anzi.
Non solo per le scuole medie lo scuolabus continua a essere negato, ma il servizio per l’infanzia e la primaria è stato ridotto: da 22 corse nell’anno scolastico 2024/2025 a 20 corse nel 2025/2026, come emerso dai dati ufficiali del Comune recuperati da un apposito accesso agli atti della consigliera comunale Stefania Pezzopane. Da cui emerge anche che nell’anno scolastico 2024/2025 sono state respinte 30 domande di accesso allo scuolabus, altre 35 nel 2025/2026, per un totale di 65 famiglie a cui è stato negato il servizio per “criteri di territorialità” non ben definiti.
Tagli, rifiuti, riduzione dei servizi che hanno lasciato ancora più famiglie nell’incertezza, costringendole a incastri quotidiani sempre più difficili tra lavoro, nonni, babysitter e spostamenti impossibili. Dando un contributo anche all’aumento del traffico cittadino, intorno alle scuole.
E mentre i servizi essenziali arretrano, la città si prepara a celebrare un paradosso.
 
L’Aquila sarà “Capitale Italiana della Cultura 2026”.
Un titolo prestigioso, che dovrebbe raccontare una città rinata, attenta alla comunità, modello nazionale.
Ma quale modello è una città che nega lo scuolabus ai ragazzi di 11 anni, riduce i servizi ai bambini più piccoli, ignora le difficoltà di centinaia di famiglie?
Come si può parlare di “capitale della cultura” se non si garantisce un servizio basilare come il trasporto scolastico?
Il paradosso è ancora più evidente osservando ciò che avviene altrove.
Il riconoscimento dell’importanza dello scuolabus arriva infatti dalla Regione Abruzzo. Roberto Santangelo – presidente del Consiglio Comunale dell’Aquila e assessore regionale agli Enti Locali – ha presentato un bando da 6 milioni di euro per l’acquisto di nuovi scuolabus destinati ai comuni montani e semi-montani.
Un’iniziativa importante, che va elogiata: finalmente si riconosce, almeno a livello regionale, che lo scuolabus è un servizio fondamentale per garantire diritto allo studio, sicurezza e accessibilità.
Eppure, mentre i piccoli comuni vengono giustamente sostenuti, nel capoluogo di Regione, nella città che si prepara a farsi vetrina nazionale e internazionale con la Capitale della Cultura, lo stesso servizio viene negato alle scuole medie, e viene ridotto per infanzia e primaria.
A questo punto chiediamo pubblicamente: che fine hanno fatto le “soluzioni allo studio” annunciate mesi fa? Cosa è stato realmente fatto, al di là dei comunicati stampa?
Dove sono gli impegni presi con le famiglie aquilane?
Non si può presentare L’Aquila come esempio nazionale mentre si smantellano i servizi fondamentali della scuola.
Non si può celebrare la cultura mentre si ignora la quotidianità di chi lavora, studia e cresce in questa città.
Non si può parlare di rinascita se non si investe sui servizi che permettono alle nuove generazioni di vivere, studiare e muoversi con dignità.
L’Aquila non può essere solo una scenografia per gli eventi.
Deve essere una città che mette davvero al centro le persone.
Come annunciato, dato che “l’Amministrazione è estremamente sensibile al tema dello scuolabus”, verrà realizzato nel 2026 il servizio di scuolabus per le scuole medie? Verranno ripristinate nel 2026 le corse dello scuolabus che sono state eliminate?
Come genitori, come cittadine e cittadini, chiediamo risposte. Chiediamo fatti.
Chiediamo impegni concreti e pubblici da parte dell’Amministrazione Comunale dell’Aquila, tanto più nell’anno in cui la città sarà Capitale Italiana della Cultura.
 
Perché senza credere davvero nella scuola, tutto il resto sarebbe solo annunci e propaganda. Sarebbe solo “panem et circenses”.

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