Domenica 26 ottobre alle ore 20:30, presso il Cinema Zeta di L’Aquila, in via Rodolfo Volpe snc, Monticchio (AQ), sarà nuovamente riproiettato il documentario che affronta in modo diretto, asciutto e rispettoso la condizione dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) presenti nel territorio aquilano.
L’iniziativa, inserita nella Rassegna delle Giornate del Cinema Aquilano, sarà seguita da un momento di dialogo pubblico con operatori sociali, esperti e giovani protagonisti del progetto.
Ho partecipato a questa esperienza come ideatore e collaboratore del percorso di ricerca di riflessione che ha dato vita al documentario. In qualità di esperto in progettazione sociale e mediazione culturale, grazie al mio lavoro, osservo quotidianamente da vicino le storie di questi giovani, dove si nascondono dinamiche profonde.
Il documentario vuole essere anche una risposta ai fatti di cronaca che negli ultimi tempi hanno visto coinvolti giovani migranti in episodi di violenza e microcriminalità.
È troppo facile fermarsi alla superficie e cercare colpe o etichette. È necessario invece comprendere perché certi comportamenti nascono e dove il sistema sociale smette di funzionare e non rompe il meccanismo della devianza.
Il punto cruciale è chiaro: i problemi iniziano al compimento dei 18 anni.
Fino alla maggiore età, i minori stranieri sono tutelati da un sistema di accoglienza molto funzionale in città che garantisce protezione, alloggio, istruzione e sostegno educativo. Ma dal giorno in cui diventano adulti, queste tutele vengono meno.
Molti di loro si ritrovano improvvisamente soli, senza risorse né riferimenti. È in questo vuoto che si genera la marginalità, e con essa il rischio concreto di devianza, sfruttamento e isolamento sociale.
Il documentario racconta tre percorsi simbolici: al diciottesimo anno, c’è chi riesce a integrarsi e a trovare un equilibrio, chi si perde nelle difficoltà, e chi resta sospeso tra speranza e abbandono.
Queste storie mostrano che la devianza non nasce da una “natura cattiva”, ma da mancanze sistemiche: la mancanza di strumenti, di accompagnamento, di fiducia e di prospettive.
Eppure, di fronte a questi segnali di disagio, la risposta politica e istituzionale sembra ripetere come un mantra e in modo automatico: più telecamere, più pattuglie, più militari.
Ma la verità è che queste sono soluzioni semplici di fronte a d un problema complesso , pensate per rassicurare nell’immediato, non per risolvere davvero i problemi.
Lo vediamo chiaramente a L’Aquila. Ciò che prima avveniva nel centro storico, oggi pare essersi spostato in altre aree, come ad esempio viale Corrado IV.
Ciò fa comprendere che le telecamere e i controlli non eliminano la devianza, ma la spostano.
Perché la devianza non nasce nei luoghi, ma nelle assenze, di ascolto, di relazioni e di presenza educativa.
Finché non si tornerà ad ascoltare chi lavora ogni giorno sul campo: educatori, mediatori, operatori sociali, volontari, Psicologi, Assistenti sociali, continueremo a rincorrere i sintomi senza curare le cause.
La vera sicurezza non nasce solo dalla repressione, ma dalla presenza, dalla fiducia reciproca, dal costruire percorsi di autonomia, formazione e accompagnamento reale.
Le telecamere possono osservare, ma non comprendere, I militari possono presidiare, ma non educare.
Solo l’ascolto e la progettazione sociale possono trasformare il disagio in crescita e la paura in dialogo.
Il documentario vuole dunque essere più di una proiezione: è un invito a un’assunzione collettiva di responsabilità.
Serve una risposta matura e condivisa: della politica, delle istituzioni e della cittadinanza, capace di superare la logica dell’emergenza e costruire invece una visione duratura di inclusione.
L’appuntamento è per domenica 26 ottobre alle ore 20:30, al Cinema Zeta di L’Aquila, in via Rodolfo Volpe snc – Monticchio (AQ).
L’ingresso è gratuito e aperto a tutti.
Vi invito a partecipare, ad ascoltare e a confrontarvi.
Perché l’integrazione non finisce a 18 anni è proprio da lì che inizia il vero lavoro di una comunità che non vuole arrendersi alla paura, ma scegliere la responsabilità e l’umana convivenza.
Così, in una nota stampa, Gamal Bouchiab, già Consigliere comunale dell’Aquila ed Esperto in Progettazione sociale e mediazione culturale
Abruzzo Sera è anche su Whatsapp.
Iscriviti al nostro canale per essere sempre aggiornato.
In primo piano
Dall’Aquila a YouTube: la criminologa Linda Corsaletti nella docuserie “La truccatrice dei morti”
UniTe sempre più globale: accordi con UC Davis e Tokyo Tech per un Ateneo senza confini
di Melania Aio L’Università degli Studi di Teramo rafforza la propria dimensione internazionale e raggiunge, per l’anno accademico 2025/2026, il […]
Dall’Aquila a YouTube: la criminologa Linda Corsaletti nella docuserie “La truccatrice dei morti”
La criminologa e tanatoesteta abruzzese Linda Corsaletti è protagonista della docuserie “La truccatrice dei morti”, in uscita su YouTube dal 2 novembre. Un viaggio tra scienza e umanità che racconta la cura post-mortem come atto di dignità e memoria.
1927 EP.71 Speciale Calcio/Basket. Banegas: "Vittoria importante", Cecchi (NBA): "Ci è mancato davvero poco"
Una puntata speciale che mescola calcio e basket con il denominatore comune dell’Argentina e non solo. Entrambi gli ospiti sono […]
