Scrive il Presidente dell’ACI Pescara, Giampiero Sartorelli: Tornando al merito, fondamentale per eliminare una buona parte di mezzi privati dalle strade è l’esistenza di un efficiente, efficace e puntuale servizio di trasporto pubblico locale, che a Pescara non appare essere gestito al meglio, essendo la rete urbana poco efficiente, perennemente in ritardo, obsoleta e con evidenti problemi di comunicazione.
Chi può, rinuncerà all’auto privata solo se avrà una validissima alternativa nel trasporto pubblico e non certo dalla possibilità di utilizzare monopattini e bici in sharing, mezzi utilissimi, sostenibili, consigliabili, ma non fruibili da parte di tutti. Il Filobus, come ampiamente prevedibile, da questo punto di vista non ha raggiunto l’obiettivo per cui era stato previsto.
Bello, poco inquinante, abbastanza veloce, certo, ma non si può dire che abbia tolto una sola automobile dalla strada, anzi sembrerebbe essere vero il contrario, perché chi prima raggiungeva Pescara sud con un unico mezzo oggi è costretto ad un cambio, con perdita di tempo e di denaro, per cui usa la propria auto. Gli utilizzatori del filobus, d’altra parte, sono gli stessi che usavano le altre linee oggi abolite, e questo sembra ormai essere un dato di fatto, visto che Tua fornisce solo i dati di oggi, senza alcun riferimento a quelli di ieri. Ove anche il filobus dovesse raggiungere l’obiettivo prefissato, è indiscutibile che il tutto verrebbe poi reso vano in tempi abbastanza brevi dalla costruzione del Palazzo della Regione all’interno dell’odierna area di risulta, che comporterà un inevitabile aumento delle auto in entrata verso il centro città.
Ed allora, prima di pensare all’aumento delle tariffe ed anche per evitare la desertificazione del centro città, sarebbe forse meglio risolvere il problema del trasporto pubblico e gestire al meglio i parcheggi oggi esistenti, quei pochi rimasti, che sono in estremo stato agonizzante. Se non fosse per il duro lavoro delle donne e degli uomini di Pescara Multiservice, che sono encomiabili nel loro impegno quotidiano, la situazione reale sarebbe ancor più drammatica. Parlare infine di mobilità dolce quale alternativa al mezzo proprio è solo un semplice esercizio di stile, senza alcun senso. La cittadinanza, come tutto il nostro paese, invecchia e l’utilizzo dei monopattini e della bici in sharing non è alla portata di tutti, considerando anche che la rete delle ciclabili, di cui tanto ci si vanta, è assolutamente insufficiente, mal collegata e priva della necessaria manutenzione.
In definitiva, come sosteniamo da moltissimi anni, purtroppo del tutto inascoltati, deve essere sempre ricordato che la mobilità è un sistema complesso e coma tale va gestito. Non servono provvedimenti Spot o continui annunci, è necessario avere una idea ben precisa della città che si vuole e su questa poi basare le decisioni da prendere per renderla più vivibile, fruibile e soprattutto sostenibile.
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