I diritti del mondo della disabilità sul nostro territorio, sono particolarmente mal tutelati.
Solo ieri Abruzzo sera raccontava le vicissitudini sul dopo di noi all’Aquila. Purtroppo però le cose non vanno meglio neanche per quanto riguarda l’erogazione degli assegni di cura, ferma a quelli del 2021. E la liquidazione di quelli del 2022 pare tutt’altro che prossima.
“Gli aiuti alle persone con disabilita sono fondamentali perché ogni disabile ha un care giver che praticamente vive per loro. Dal primo gennaio di quest’anno giustamente è stato rivisto il loro contratto, che ha portato a un aumento dei costi per le famiglie dei disabili tra 1800 e 2200 euro l’anno”, spiega Massimo Prosperocco, portavoce di una serie di associzioni di disabili all’Aquila, che nuovamente ci aiuta a comprendere i problemi che hanno i disabili e le loro famiglie.
“E’ importante – continua Prosperococco – che sia l’assegno di cura che quello della vita indipendente arrivino il più presto possibile, altrimenti molti disabili finiranno in condizione di estrema povertà”.
Sono assegni, quelli di cura, che il Comune eroga, ma che provengono dal Fondo nazionale per la non autosufficienza e che poi passano alla Regione, che con un piano di riparto li distribuisce ai Comuni.
“I ritardi – ha affermato durante la terza commissione consiliare l’Assessora alle Politiche sociali Manuela Tursini – sono dovuti anche a responsabilità nazionali per quanto riguarda i nuovi UVM (valutazione multi disciplinare) e il nuovo piano nazionale per la non autosuffucienza 22-24 approvato dal governo solo lo scorso dicembre”.
“Quando abbiamo approvato il vecchio Piano sociale – spiega l’Assessora – dovevamo tener conto del Fondo nazionale per la non auto sufficienza relativo al 2019-21. In questo modo nel 2021 il Comune, in maniera virtuosa, ha potuto comunque erogare, anticipando questi assegni di cura nonostante la Regione li abbia liquidati nel 2023. Lo abbiamo potuto far perché le lineee guida e le linee programmatiche d’attuazione regionale erano note e quindi avevamo un pregresso”.
“Ora quest’anno con il nuovo fondo, non c’è ancora un Piano di riparto dalla Regione, quindi ci troveremmo ad agire senza un appoggio per muoverci. In realtà la Regione ha emanato a maggio una bozza di regolamento che rivede completamente le linee precedenti e ci crea dei problemi per l’anticipazione”.
“La realtà è che siamo in una fase di passaggio visto che prima avevamo una programmazione del fondo nazionale precedente, mentre adesso dobbiamo ricostruire il nuovo e sarà necessario fare una nuova graduatoria con dei criteri come l’ISEE e altri parametri, anche perché gli utenti sono passati da 4 a 140 , quindi di certo ci sarà una graduatoria”.
“E’ evidente dunque – conclude Tursini – che dare nuovamente delle anticipazioni con queste condizioni ci metterebbe in difficoltà”.
Alessandro Tettamanti
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