Energia e futuro: Paolo Tella intervista Gianluca Ruggieri e Paolo Della Ventura

Energia e futuro: Paolo Tella intervista Gianluca Ruggieri e Paolo Della Ventura
22 Ott 2025

In occasione della presentazione all’Aquila del libro “Le energie del mondo – fossile, nucleare, rinnovabile. Cosa dobbiamo sapere” (Laterza), Paolo Tella, presidente di OPTENIA, ha intervistato Paolo Della Ventura e Gianluca Ruggieri, tra le voci più autorevoli in Italia sul tema delle energie rinnovabili.
Un dialogo approfondito su transizione energetica, politiche europee, comunità energetiche e sfide del sistema italiano verso la sostenibilità.

“Questa è un’occasione in cui Gianluca Ruggeri torna all’Aquila dopo tre anni a presentare il suo ultimo libro “LE ENERGIE DEL MONDO” in cui Gianluca, che è docente all’università dell’INSUBRIA sulle materie in campo di energia, scrive di rinnovabili. Possiamo dire che Gianluca è una delle voci più autorevoli in Italia nel campo delle energie rinnovabili – illustra Paolo Della Ventura -. Il libro affronta le varie sfumature della produzione di energia: fossile, nucleare e rinnovabile, con uno schema “non ideologico” ed affrontando le caratteristiche proprie di ogni tipo di energia, dei problemi legati alla produzione con fonti fossili e nucleari, e fino ai vantaggi che sarebbero, e saranno, superati con le energie rinnovabili.
Approfitteremo per parlare dell’attualità compreso l’ultimo rapporto di EMBER (Ember è un think tank energetico che mira ad accelerare la transizione verso l’energia pulita), sul ritardo dell’elettrificazione in Unione Europea e di come questo potrebbe trasformarsi in debolezza strategica anche per la sicurezza energetica.”

Tella:

Sappiamo che l’Italia è molto in ritardo sul processo di riconversione energetica ed avrebbe bisogno di molti gigawatt per avvicinarsi all’autonomia o per essere almeno a livello di altri paesi

Della Ventura:

Sì, diciamo molti megawatt; parecchie migliaia e migliaia di megawatt perché con lo stesso PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, predisposto dai ministeri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e delle Infrastrutture e Trasporti) ed altri autorevoli studi di settore, gli esperti ci dicono che con quello che è previsto nell’ultima versione del Piano Nazionale Italiano Integrato Energia e Clima siamo molto in ritardo e quindi si rischia di essere  all’indietro di molti gigawatt che, secondo gli obiettivi europei, avremmo dovuto sviluppare da un paio d’anni a questa parte e fino al 2030.  L’anno scorso è stato anche in Italia in realtà un anno da record sotto il profilo di una nuova capacità rinnovabile installata di 7,5 gigawatt, che è tanta roba per il nostro paese ma è più o meno la metà di quello che dovremmo fare; naturalmente più passa il tempo e più si allarga la forbice. Dovremmo installare in Italia più di 17 gigawatt nei prossimi quattro anni visto che ormai il 2025 è finito.

Tella:

Quindi c’è molto lavoro da fare! Parlaci anche dell’associazione di tuo riferimento con cui lavori molto che si chiama VIA COL VENTO.

Della Ventura:

Via col Vento è il sito web che ho messo online da due anni e mezzo che va molto bene; devo dire, essendo tra l’altro comunque un sito di nicchia, che abbiamo superato le 26.000 pagine visualizzate da quando ho iniziato a essere online e, solo quest’anno, ha superato le 10.000 pagine visualizzate da visitatori unici. Si occupa di politiche climatiche e di energie rinnovabili, in modo particolare dell’eolico ma non solo, specialmente delle offshore. Quanto invece all’associazione Italian Climate Network, io sono il coordinatore della sezione clima e advocacy; questa è la più anziana delle associazioni che si occupano di clima in Italia e da qualche mese sono membro del consiglio direttivo.

Tella:

Allora complimenti e soprattutto grazie per il gran lavoro che fai per la nostra sostenibilità.

Ora siamo con Gianluca Ruggieri l’autore del libro che si presenta oggi: “LE ENERGIE DEL MONDO – fossile, nucleare, rinnovabile. Cosa dobbiamo sapere”

Ti chiedo subito del contenuto del libro in via sintetica.

Ruggieri:

Il libro fa parte di una collana di Laterza che ha deciso di realizzare questi libri che sono delle vere e proprie guide su temi che molto spesso hanno a che fare con l’attualità; si tratta di una collana che si chiama FILI ROSSI ed il primo titolo uscito è dedicato all’intelligenza artificiale, ed altri dedicati, per esempio, al rapporto con gli animali e poi un altro sulle questioni di genere. Questo che presentiamo oggi sull’energia che è oggi un tema di forte attualità; il libro viene diviso in capitoli che si possono leggere anche autonomamente l’uno dall’altro, come fossero articoli e con tante illustrazioni grafici e con schede specifiche su argomenti specifici; quindi dico che è una specie di Lonely Planet: è proprio un testo che può leggersi esattamente come una guida che non la leggi dalla prima all’ultima pagina ma in cui si cerca le cose che interessano.
Siamo partiti dalle caratteristiche del modello energetico basato sulle fossili e le caratteristiche analizzando anche una serie di miglioramenti di tanti indici di sviluppo.

Questo perché, ovviamente, non possiamo negare le criticità che ci sono e che sono nate col tempo.

Poi analizziamo le varie alternative che sono state proposte, alcune delle quali oramai non sono più alternative che devono dimostrare, ma che stanno già dimostrando e hanno già dimostrato; poi andiamo a ragionare sulle criticità di ciascuna di queste e degli ambiti di realizzazione di sviluppo.

Tella:

La Commissione Europea sta investendo molto e spinge molto su questi temi e sul tema delle energie rinnovabili, ma sappiamo che l’Italia è il Paese tra quelli più indietro di tutti è così?

Ruggieri:

La storia dell’Italia è una storia un po’ paradossale perché noi abbiamo investito tanto, per esempio, in fotovoltaico tra il 2008 e il 2013 quando costava molti soldi e quindi abbiamo dovuto avere incentivi molto molto alti perché altrimenti nessuno l’avrebbe fatto; poi praticamente ci siamo fermati un po’, come quando a Natale abbiamo la pagella del primo quadrimestre sufficiente in tutte le materie smettiamo di studiare poi finisce che alla fine dell’anno rischiamo di essere bocciati. Quindi siamo partiti molto bene in 5 anni abbiamo fatto quello che avremmo dovuto fare in 10 anni ed abbiamo raggiunto gli obiettivi al 2020 molto presto. Poi però ci siamo fermati e questa è oggi la criticità del nostro Paese ed è anche un peccato perché abbiamo avuto un ruolo fondamentale in quegli anni come Paese, noi insieme alla Germania alla Spagna ed al Giappone; oggi la tecnologia del fotovoltaico è uscita dalla nicchia ed è diventata una tecnologia di riferimento con i costi che si sono abbattuti. Oggi fare impianti costa un quinto di quello che costava 15 anni fa però in Italia ne facciamo molti meno.

Tella:

È a causa dei finanziamenti? Per esempio con le CER è ormai piuttosto chiaro che sono una scelta etica e non una scelta economica in senso stretto, per cui gli investitori, i cosiddetti soggetti proponenti, sono poco interessati ad investire nelle CER perché non avrebbero un ritorno economico. Senza sostegno pubblico è difficile farle.

Ruggieri:

Per semplificare diciamo che a livello di sistema quello che vediamo e che leggiamo è che ci sono una serie di questioni che spesso non hanno a che fare con la tecnologia o con l’economia ma con tutta una serie di problemi come gli iter procedurali complicatissimi in cui non si sa mai bene se si arriva alla fine del progetto pur avendo tutti gli i permessi, oppure c’è sempre la possibilità che il ricorso di qualcuno faccia perdere tempo. Quindi a causa di un sistema di regole poco chiare, che spesso cambiano continuamente, il risultato è che siamo costretti sempre ad avere grandi incentivi, anche quando forse di incentivi non ne avremmo più bisogno.

Uno dei dati importanti invece positivi della situazione italiana è il lavoro che si è fatto sulla rete di trasmissione ed anche sulla rete di distribuzione; infatti cambiare fonte di approvvigionamento come, ad esempio, non più il gas fossile ma il fotovoltaico o l’eolico, richiede tutta una serie di interventi sulla rete di distribuzione prima di tutto, ma serve anche l’integrazione di accumuli. Questo lo stiamo facendo in Italia molto meglio di tanti altri Paesi europei.

Tella:

Si dice che il problema del black out in Spagna è stato dovuto anche alla scarsa presenza di accumulatori…

Ruggieri:

Il blackout che c’è stato in Spagna non era dato di per sé dalla presenza dei rinnovabili ma dal fatto che la rete non era ancora adattata a una presenza di rinnovabili così significativa; su questo devo dire che TERNA sta lavorando molto bene in Italia, investendo anche tanto, e quindi su questo possiamo, non dico dare lezioni, ma sicuramente essere il punto di riferimento.

Poi la regolazione dei nostri impianti fotovoltaici per collegarsi alla rete richiede una serie di controlli in sede di connessione che in Spagna non sono richiesti; la nostra autorità di controllo ha introdotto nuove regole ancora quest’anno e ci sono grandi impianti che l’anno prossimo dovranno fare investimenti per adeguarsi ancora di più a questi criteri di sicurezza della rete. Questo in Spagna è stato fatto pochissimo e quindi la combinazione di impianti che non avevano un’interfaccia adeguata ed un’assenza sostanziale di batterie, ha portato al disastro.

Tella:

Infatti la nostra Terna, per esempio, quando ci sono produzioni eccessive, che sono prevalentemente a sud, in coincidenza di consumi alti che sono prevalentemente a nord, ha il controllo sulla generazione elettrica e spegne gli impianti che potrebbero generare difficoltà di smaltimento.

Ruggieri:

Esatto: spegnere gli impianti. Quindi gli impianti a sud proveranno a mettere in rete senza riuscirci e, per questo motivo, TERNA sta facendo gli investimenti in accumuli (batterie) in modo tale che non ci sia più bisogno di spegnerli ma che quando c’è eccessiva produzione di energia la si possa immagazzinare ed utilizzarla dopo.

Tella:

Anche questo è un tema interessante di sperimentazione, perché l’ideale potrebbe essere avere degli impianti ad isola; immaginiamo, ad esempio, i nuclei industriali dove si produce di giorno con fotovoltaico e si consuma anche il giorno con meno bisogno di accumuli, potrebbe essere un fattore critico di successo anche per gli investitori.

Ruggieri:

Si, è vero. Più andiamo avanti e più diventa rilevante il momento in cui si produce e si consuma; noi siamo abituati a pensare al prezzo del kilowattora in realtà non ci sarà un prezzo del kilowattora ma ci saranno tantissimi prezzi, che già adesso in parte ci sono.

Soprattutto gli utenti industriali lo sanno già che un chilowattora può valere 10 o può valere 100 a seconda del momento in cui viene collocato e, sempre di più, questo riguarderà anche gli utenti domestici che potranno anche beneficiarne di questa cosa.

Tella:

La novità degli ultimi tempi in Italia è il Conto Termico 3.0

Ruggieri:

Si, il conto termico 3.0 è un’evoluzione di un sistema di incentivazione che prima di tutto è pensato soprattutto per la Pubblica Amministrazione ma poi, nel tempo, ha interessato anche privati; in questa nuova versione del 3.0 interesserà tantissimo anche tutto il terzo settore e che svolge lo stesso ruolo. Nel caso invece dell’utente residenziale ci sono detrazioni fiscali; quindi io se faccio un intervento a casa mia ho una detrazione fiscale, se sono un’amministrazione pubblica non ho una detrazione fiscale ma il Conto Termico 3.0.

In passato spesso è successo che i soldi stanziati per il Conto Termico non venissero spesi interamente e la vera sfida di adesso è quella di utilizzare questo canale di finanziamento in modo più esteso possibile.

Tella:

Certo ma succede che un soggetto proponente privato, che propone ad un’amministrazione pubblica l’efficientamento energetico dei suoi immobili pubblici come uffici, scuole, palestre, illuminazione pubblica, proposte che possono essere fatte esclusivamente da ESCO, l’amministrazione pubblica deve obbligatoriamente attivare un PPP, un Partenariato Pubblico Privato, ed è obbligata ad andare in gara secondo il Codice degli Appalti; quindi con una complicazione amministrativa notevole che richiede anche molto tempo oltre a professionalità dei Comuni spesso assenti.

Ruggieri:

E’ così, si innestano problematiche di tipo amministrativo a cui facevo riferimento prima; gli esperti in Italia sono davvero pochi ed il tema di cui parlavamo prima è che diventa inutile mettere tanti incentivi quando poi si hanno una serie di ostacoli pratici all’utilizzatore degli stessi incentivi; sarebbe meglio togliere gli ostacoli semplificando le procedure e, a quel punto, forse in molti casi non servirebbero neanche gli incentivi considerata l’ormai certa redditività degli impianti fatti bene.

Tella:

Inoltre il nostro codice degli appalti, su questo aspetto ha subìto anche delle osservazioni ed una procedura di infrazione dalla Commissione Europea.

Ti chiedo un parere su un altro aspetto: si parla molto di impianti per la produzione di energie rinnovabili ma poco di risparmio ottenibile con la riqualificazione energetica degli edifici. In Italia abbiamo il maggior numero di edifici pubblici e privati più energivori d’Europa, spesso vincolati perché definiti storici. Il risparmio degli edifici contribuisce inoltre alla diminuzione di emissione di CO2 in atmosfera, che è il vero responsabile del cambiamento climatico, oltre a generare i cosiddetti “certificati banchi” che hanno anche un valore economico. Perché se ne parla così poco secondo te?

Ruggieri:

Certo, l’efficientamento degli edifici potrebbe contribuire notevolmente alla riduzione dei gas serra ma anche a migliorare la qualità della vita all’interno delle nostre case che sarebbero meno energivore ma anche più confortevoli; inoltre sarebbe opportuno anche per la creazione di lavoro delle nostre imprese considerato che i vetri, gli infissi, le caldaie, le pompe di calore, gli isolanti, sono tutti prodotti in Italia e sarebbe l’intera filiera, a partire dalle imprese edili, che potrebbe beneficiarne. Non so perché se ne parla poco, ma è vero che sarebbe molto utile all’intera filiera dell’edilizia.

Tella:
Ti chiedo un’ultima cosa: fai parte di una cooperativa che si occupa di energie rinnovabili.

Ruggieri:

In questo momento sono presidente di una cooperativa che si chiama ENOSTRA, che è una cooperativa che oggi ha circa 20.000 utenze servite; produciamo energia elettrica ed è come la guida di una nazionale di calcio; come sai le CER devono essere locali per avere l’incentivo ma noi siamo nati molto prima e quindi non ci siamo mai qualificati come CER. Abbiamo lavorato ad una settantina di progetti di comunità locali che si sono sviluppate, alcune di più ed altre non ancora, ma i progetti che abbiamo hanno la caratteristica che i soci possono contribuire con un loro investimento alla realizzazione degli impianti; quindi noi, quando realizziamo un nuovo impianto eolico o fotovoltaico, lo facciamo con i soldi dei soci e a quei soci diamo elettricità per la durata del loro investimento e, quindi, li aiutiamo a sganciarsi completamente dalle dinamiche di mercato che spesso dipendono dal prezzo del gas.

Tella:

I soci possono essere anche Amministrazioni Pubbliche come Comuni o Fondazioni? Siete una CER Nazionale?

Ruggieri:

I soci possono essere privati, i Comuni no. I soci sono privati ed anche imprese; la maggior parte dei nostri soci sono utenti domestici ma ci sono anche delle imprese che cominciamo a servire, anche imprese non piccolissime. Non siamo una CER Nazionale, siamo una cooperativa e siamo nati prima che esistessero le CER perché ci siamo fondati nel 2014 e quindi prima delle direttive europee che sono uscite nel  2019; anzi noi abbiamo contribuito e partecipato al dibattito a Bruxelles quando sono state scritte le prime direttive. Siccome siamo un’azienda che lavora nel settore energetico non possiamo far parte direttamente di Comunità Energetiche ma abbiamo promosso la realizzazione di Comunità Energetiche in tanti contesti locali. Oggi quando noi realizziamo un impianto c’è spesso una Comunità Energetica con cui condividiamo l’energia che realizziamo nel nostro “impianto perfetto”.

Naturalmente tutte le informazioni si trovano sul sito ww.enostra.it

Paolo Tella è presidente della nova ESCO nata in Abruzzo e Lazio come One Stop Shop (Sportello Unico dell’Energia) – www.optenia.it


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