In Italia solo un istituto scolastico su due è realmente accessibile agli studenti con disabilità. A rivelarlo sono i dati dell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola, che fotografano una situazione ancora lontana dagli standard minimi di inclusione. Ascensori assenti o non funzionanti, bagni non a norma, servoscale mancanti e percorsi tattili quasi inesistenti sono tra le criticità che più impediscono agli alunni con disabilità motorie e sensoriali di muoversi liberamente all’interno delle strutture.
Il quadro, come scrive Rainews, mostra che solo il 41% delle scuole è privo di barriere architettoniche: un dato in calo se rapportato all’aumento degli studenti con disabilità, cresciuti in un anno di oltre 10mila unità. Le mancanze più evidenti riguardano gli ascensori — insufficienti o non idonei in circa metà degli edifici — e l’assenza di rampe interne in un quarto delle scuole. Ancora più grave la situazione per chi ha disabilità sensoriali: solo il 17% delle sedi dispone di segnaletica visiva e appena l’1% offre percorsi tattili per non vedenti.
A fronte di questo scenario, il diritto allo studio continua a essere compromesso da ostacoli strutturali, nonostante i fondi stanziati dal Ministero dell’Istruzione per adeguare gli edifici. Le risorse rappresentano un passo nella direzione giusta, ma non bastano: i numeri parlano chiaro e indicano la necessità di un intervento sistematico e uniforme sul territorio nazionale.
La scuola italiana non può permettersi di restare indietro. Perché un edificio inaccessibile non è soltanto un problema tecnico: è una barriera culturale che esclude, discrimina e limita le opportunità di migliaia di studenti e famiglie. L’inclusione passa prima di tutto da qui.
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