Mosciano, ALI Abruzzo su legge di bilancio: preoccupazione per tagli e zero investimenti

“I sindaci e gli amministratori di ALI esprimono preoccupazione per l’impostazione della legge di bilancio 2026 – 2028, in discussione in Parlamento”: lo ha dichiarato Angelo Radica, presidente di ALI Abruzzo, nel corso dell’incontro che si è svolto oggi a Mosciano Sant’Angelo, nella sala consiliare, per esaminare il provvedimento finanziario.

Radica ha proseguito: “Il governo persegue una visione delle autonomie, di Comuni, Province e Città Metropolitane, come un costo da sostenere e da comprimere, e non le valorizza nella loro potenzialità di attori in grado, se messi nelle condizioni di farlo, di garantire investimenti, fornire servizi adeguati ai cittadini, ridurre i divari territoriali”.

Il direttore della sezione abruzzese dell’associazione di Comuni, Alessandro Paglia, ha sottolineato che “se è vero che nella legge di bilancio non sono previsti ulteriori tagli per Comuni ed enti locali, si continueranno a scontare fino al 2029 gli effetti degli accantonamenti degli anni scorsi. Solo per il 2026 questo si tradurrà in una contrazione complessiva per le autonomie di 460 milioni di euro. A questo si somma la totale assenza di una strategia di ‘uscita’ dal PNRR: l’anno prossimo sarà l’ultimo in cui il piano dispiegherà i suoi benefici sui territori, ma non viene previsto alcun investimento a beneficio delle comunità locali per consolidare quegli interventi. Il PNRR, di natura temporanea, esaurirà di colpo i suoi effetti. Tra l’altro i Comuni sono quelli che più di ogni altra articolazione dello stato ha speso meglio e più velocemente i fondi PNRR, con una percentuale dell’89 per cento di progetti in fase attuativa o conclusiva, e performance particolarmente positive nei comuni più piccoli”.

Nel documento di analisi della Legge di Bilancio presentato da ALI Abruzzo a Mosciano Sant’Angelo sono elencate tutte le scelte che porranno i Comuni e le Province, anche abruzzesi, nella condizione di “subire” la manovra finanziaria piuttosto che di avvantaggiarsene. Tra queste l’assenza di stanziamenti degni di nota a beneficio di sicurezza urbana, sostenibilità e politiche abitative. Poi la riduzione dei fondi per i Ministeri che inevitabilmente ricadrà sui territori, soprattutto sui più fragili, riducendo le possibilità di migliorare o mantenere livelli adeguati di servizi in settori nevralgici come ad esempio i trasporti. Il taglio ai Ministeri rischia inoltre di andare ad inficiare programmi co – finanziati per le politiche sociali, giovanili, culturali. Mancano poi le risorse, disposte in misura limitatissima (stanziati solo 50 milioni per il 2027 e 100 milioni per il 2028 e solo per i Comuni, a fronte di un fabbisogno di un miliardo e mezzo) per i rinnovi dei contratti del personale di Province e Comuni, lasciati in carico ai bilanci delle amministrazioni locali.

“Le Autonomie Locali italiane, da parte loro – si legge nel documento – confermano la piena disponibilità a fare la propria parte: a continuare a innovare, collaborare e assumersi responsabilità. Ma senza un analogo impegno dello Stato nel sostenerle, il sistema rischia di incrinarsi. È tempo, dunque, di inaugurare una nuova stagione di investimenti sui territori e di fiducia negli enti locali, riconoscendo che il rilancio dell’Italia passa inevitabilmente per il rilancio delle sue autonomie. Solo così si potrà ricostruire un equilibrio virtuoso tra centro e periferia e dare concreta attuazione ai principi costituzionali di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza nell’interesse dei cittadini e dello sviluppo del Paese”.