Il verbo benniano torna in scena: Massimiliano Elia racconta il suo omaggio al “Lupo”

Il verbo benniano torna in scena: Massimiliano Elia racconta il suo omaggio al “Lupo”
18 Nov 2025

di Alessandra Prospero

 

Quando la poesia incontra il palcoscenico, nasce un teatro capace di parlare a tutte le età. Le favole del lupo, tratto dai racconti, dalle filastrocche e dalla fantasia visionaria di Stefano Benni, è molto più di uno spettacolo: è un viaggio notturno tra boschi immaginari, lune piene e creature che sembrano uscite da un sogno.

Conosci Stefano Benni? Allora devi andare.
Non lo conosci? Allora vai a conoscerlo.

A due mesi dalla scomparsa del “Lupo” della letteratura italiana, Massimiliano Elia rende omaggio al suo genio con un percorso teatrale che ne raccoglie l’irriverenza, la dolcezza e la ferocia poetica. Il risultato è uno spettacolo che celebra l’autore più rappresentato nei teatri italiani attraverso racconti pungenti, filastrocche comiche, poesie surreali e storie fantastiche.

Prodotto dal Teatro Instabile Abruzzese, Le favole del lupo andrà in scena il 20 novembre alle ore 21, negli spazi di Futuro Imperfetto – Pescara: un appuntamento pensato per ricordare, ridere, sorprendersi e ritrovare, ancora una volta, la voce inconfondibile di Stefano Benni attraverso l’interpretazione vivace e immaginifica di Massimiliano Elia.

L’ho intervistato per AbruzzoSera.

Come nasce l’idea di rendere omaggio a Stefano Benni con questo spettacolo, proprio a pochi mesi dalla sua scomparsa? Lo spettacolo è nato anni fa. Ho voluto riproporlo proprio in occasione di quella che reputo una delle più grandi perdite per il Teatro, la Letteratura e la comicità.

Qual è stato il tuo primo incontro – da lettore o da attore – con l’opera di Benni, e cosa ti ha colpito più di tutto del suo stile? Nel 1996 qualcuno mi disse che la mia comicità era molto simile a quella di Stefano Benni. La mia risposta fu: “Chi?” Quel qualcuno mi parlò di Benni. Andai a comprare un libro, lo lessi. Me ne innamorai. Recuperai tutti i libri fino ad allora pubblicati e non mi sono mai stancato di leggerli, di regalarli, di interpretare brani sul palco.

Tra racconti, poesie e filastrocche: quali testi hai scelto per Le favole del lupo e perché proprio quelli? Lo spettacolo è studiato per chi conosce Benni, in quanto ho voluto tirare fuori dal cilindro anche poesie e racconti poco conosciuti, addirittura qualcuno di questi è stato pubblicato su riviste o quotidiani una volta sola e mai più pubblicati. Se invece qualche spettatore non dovesse conoscere affatto l’opera di Benni, il mio vuol essere un invito a recuperare le sue opere.

Benni è noto per ironia, fantasia e critica sociale: quale di queste dimensioni senti più vicina al tuo modo di fare teatro? Quel qualcuno che mi fece il nome di Benni la prima volta, non sbagliava. Inventare parole, descrivere situazioni surreali, giocare con crasi frasi, crisi, sintassi e paradossi, è un po’ il mio mondo… quindi è sempre stato il mio modello di vita… teatrale.

Qual è la sfida maggiore nel portare in scena un autore così amato e riconoscibile, senza snaturarne la voce ma aggiungendo la tua? Come faceva Benni, anche io leggerò i suoi brani. Aveva un modo di leggere particolare, che non ho intenzione di imitare. Il mio è un omaggio dettato dalla voglia di diffondere il “verbo benniano”.

Lo spettacolo ha un “biglietto simbolico”: c’è un messaggio anche in questa scelta, legata al desiderio di condividere la letteratura? Il mio desiderio è che tutti conoscano le canzoni di Baglioni, i film di Robin Williams e i racconti di Stefano Benni. Loro sono i miei miti. Un prezzo più che popolare permette di preferire una serata di buon teatro al solito mojito.

Cosa speri che il pubblico porti a casa dopo aver assistito al tuo omaggio a uno dei più grandi narratori italiani? La speranza è quella di smuovere qualcosa. Se anche solo uno degli spettatori (e so che è già successo in passato) nei giorni successivi allo spettacolo, si sarà incuriosito dell’opera dell’autore più rappresentato in teatro in Italia e avrà comperato un libro di Benni, la mia missione si sarà compiuta.

 

Massimiliano Elia è un Autore teatrale, televisivo e radiofonico, cabarettista e musicista.

Scrive testi per gli attori comici Pino Insegno, Roberto Ciufoli, Dado, Cinzia Leone, Claudio Lauretta (Rai, Colorado, Radio DeeJay) Leonardo Fiaschi e i Gemelli di Guidonia (dal programma televisivo “Tale e Quale Show”),
Collabora, tra gli altri, con gli attori Federico Perrotta e Valentina Olla (Mediaset) oltre che per gli abruzzesi Vincenzo Olivieri, ‘Nduccio, Marco Papa, I 4Santi e Walter Nanni.

Inoltre, scrive monologhi per vari comici, per programmi nazionali come Zelig, Colorado, Only Fun, oltre che per altri programmi televisivi in onda sull’emittente regionale Rete8.

Nel 2020 ha pubblicato un libro dal titolo “Delirandom: Viaggio nella psichedElia”, (Edizioni Masciulli).

Scrive testi teatrali comici e conduce, workshops di improvvisazione teatrale, stage di stand-up comedy, laboratori di recitazione e corsi di scrittura creativa e interpretazione umoristica.


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